lunedì 20 novembre 2017

I più grandi tiratori da tre della storia (All in One)

Come identificare i migliori tiratori da tre punti della storia? Per tentare un’analisi, bisogna partire da un concetto: il tiro da tre esiste dal 1978/79 e inizialmente era considerato un’arma occasionale, da usare con moderazione, poco produttiva. Ha senso tenere in considerazione solo i giocatori emersi dopo il 1980 e stiamo già molto larghi. Ad esempio Andrew Toney, la guardia di Philadelphia ribattezzato “The Boston Strangler”, noto per essere un terrificante tiratore non ha mai segnato più di 39 triple in una stagione. Michael Cooper, che era una versione ante-litteram dei cosiddetti “3-and-D” cioè i difensori che in attacco tirano praticamente solo da tre, al massimo centrò 80 triple nel 1988/89 con il 38.1%. Erano altri tempi. Fred “Downtown” Brown ha segnato 110 canestri da tre punti… in cinque anni ed era famosissimo per il tiro. La prima parte della sua carriera l’ha trascorsa senza il tiro da tre. Nel primo anno di introduzione, quando era considerato un diversivo, Downtown Brown, dei Seattle Supersonics, fu il miglior tiratore della Lega con il 44.3% da tre. Parliamo di 88 tentativi in una stagione, poco più di uno per gara. Qui il tentativo è cercare di equilibrare tra tiratori di precisione e tiratori volumetrici, mediando tra le due caratteristiche considerando che ora si tira molto di più dall’arco.
20 John Starks: nel 1994/95 segnò 211 canestri da tre punti ma in carriera ha avuto il 35% dall’arco. Anche lui era un tiratore di quantità ma forse un miglior tiratore “agonistico” di quanto si pensi. Starks era un attaccante aggressivo, nato come slasher ma diventato poi un jump-shooter. Quantità più che qualità, ma è ingiusto che sia ricordato per lo 0/11 di gara 7 della finale del 1994 (giocava a New York) quando riuscì a fare molto meglio in altre partite importanti persino opposto a Michael Jordan.
19 Quentin Richardson: non è stato un grandissimo tiratore, oltretutto quando venne fuori da DePaul era quotato per caratteristiche diverse, fisico, duttilità, capacità di giocare in post basso. Ma Richardson quando venne affidato a Mike D’Antoni nella stagione 2004/05 eseguì 631 triple, il massimo nella NBA, 8.0 di media, circa tre a partita in più di quante ne aveva tirate ai Clippers la stagione precedente, più del doppio di quante ne avrebbe tentate a New York l’anno seguente. Il sistema di D’Antoni aveva individuato l’efficacia di un tiratore di volume come Richardson, molto più efficace se chiamato a esagerare con le triple piuttosto che a selezionare.
18 Rashard Lewis: altro tiratore volumetrico. E’ stato molto più che uno specialista, balzando tra il ruolo di ala piccola, “Stretch 4” e anche superstar (soprattutto a Seattle quand’era davvero giovane). Come tiratore gli anni migliori sono stati quelli di Orlando perché usava la presenza in post basso di Dwight Howard. Quando i Magic raggiunsero la Finale NBA del 2009 lui tirava 7.0 volte a partita da tre, record carriera, con il 39.8%. L’anno prima con 6.8 tentativi era oltre il 40%. Lewis è stato forse il miglior tiratore di­ 2.08 di sempre.­
17 Dan Majerle: Thunder Dan ha tirato con il 35.8% per la carriera ma in due stagioni ha capeggiato la Lega, giocando a Phoenix, in triple segnate e tentate. In quelle due stagioni – 1993 quando i Suns arrivarono alla Finale e 1994 – è stato anche il giocatore più preciso della Lega poco oltre il 38%. Majerle è stato uno dei primi ad usare il tiro da tre in modo massiccio. E’ curioso notare cosa accadde dopo il 1991/92: eliminò circa 300 tiri da due in una stagione per riversarli quasi tutti in tiri da tre e tenne le stesse percentuali.
16 JR Smith: giocatore sottovalutato. Dal 2006/07 non ha mai segnato meno di 13.0 punti di media. Solo una volta in carriera non è andato in doppia cifra per una stagione. Nel 2012/13 senza mai partire in quintetto a New York segnò 18.1 punti di media. Ha trovato sempre di più la sua dimensione come tiratore, dimensione accentuata sbarcando a Cleveland per giocare accanto a due megastar come LeBron James e Kyrie Irving. Esegue 5.5 tiri da tre di media in carriera. La stagione 2015/16, quella del titolo, è stata la prima dal 2008 (Denver) in cui ha toccato il 40%. Colpa di una selezione spesso innaturale. Rispetto al classico specialista è più atletico – per usare un eufemismo – e può costruirsi da solo un tiro, con conseguenze per le percentuali non sempre ottimali. 

15 Hubert Davis: uscito da North Carolina, ha avuto i suoi anni migliori ai Knicks. Oggi sarebbe stato valorizzato molto di più. Ha avuto il 44.1% in carriera ma su 2.4 tentativi. Ha vinto la classifica del tiro da tre quand’era a Dallas nel 1999/00 con il 49.1% e nei primi nove anni di carriera otto volte è andato oltre il 40%. Non lo ricordano in tanti ma oggi sarebbe usato per tirare almeno 6-7 volte a partita.


14 Danny Green: le qualità balistiche di Danny Green sono diventate così evidenti negli anni da aver accantonato in un angolo quelle, forse ancora più rilevanti, di difensore. Green è il più classico “3 and D” del basket moderno. Uscito da North Carolina, transitato da Cleveland, è stato valorizzato non sorprendentemente dai San Antonio Spurs. Per quattro anni consecutivi, in cui sono arrivati un titolo e due finali, Green ha tirato da tre oltre il 40%, con tre stagioni nei primi 10 della classifica stagionale. Per chiarire che giocatore sia: tira da tre il 50% in più di quanto tiri da due e ha in carriera una media di 1.0 tiri liberi tentati a partita.

13 Glen Rice: tiratore da tre con il 40% in carriera. Era ovviamente molto di più che un tiratore basti pensare ai 18.3 di media in 16 anni nonostante gli ultimi tre siano stati insignificanti e dannosi per le sue cifre. Al culmine della carriera, Rice ebbe quattro stagioni oltre il 40% e la quinta al 39.3%. Nel 1996/97 fu il primo tiratore da tre della NBA con il 47.0%. Giocava a Charlotte. Lo vollero i Lakers perché era perfetto per aprire il campo per Shaq. Ma rimase a Los Angeles solo due anni e vinse comunque il titolo del 2000. Però non ha mai tirato tantissimo dall’arco.

12 Dennis Scott: “3D” negli anni di Orlando era un devastante tiratore da tre, ovviamente funzionale alla presenza di Shaquille O’Neal in post basso e anche a quella di Penny Hardaway. Quando Orlando raggiunse la Finale NBA nel 1995, lui ebbe la miglior stagione al tiro con il 42.6% su 5.7 tentativi. L’anno dopo quando i Magic arrivarono alla finale di conference contro i Bulls delle 72 vittorie, lui tirò 7.7 triple di media con il 42.5%. Non è mai stato in forma fisica, ma è sempre stato un tiratore fortissimo. 

11 Drazen Petrovic: purtroppo non sapremo mai cosa avrebbe fatto nei successivi tre-quattro anni di carriera ai massimi livelli che lo attendevano quando trovò invece la morte in Germania su un autostrada. La sua carriera NBA è fatta di quattro stagioni, di cui tre oltre il 40% tra cuisi registra il 45.9% da rookie, il 44.4% nel primo anno intero ai Nets, il44.9% nel 1992/93 quando segnò 22.3 punti di media. In altre parole il suo 43.7% in carriera vale più di Klay Thompson che ha giocato un anno più di lui. A quei tempi non si tirava ancora tantissimo. Petrovic ha eseguito due triple di media a partita. Ma nelle ultime due stagioni ha avuto il 44.6%. Probabile lo attendesse una collocazione migliore di questa, da Top Five forse. 
10 Dell Curry: se fosse nato diciamo ai tempi del figlio sarebbe stato un altro giocatore come impatto.Lui ha avuto la sfortuna di giocare – specie all’inizio – +quando il tiro da tre era considerato un azzardo, undiversivo. Dell in 13 anni di NBA ha tirato da tre con il 40.2%, otto stagioni consecutive oltre il 40%, nove in un arco di 10 anni, una stagione da 47.6% a Milwaukee in cui finì primo in tutta la NBA. Il padre di Steph era un tiratore irreale in un’epoca in cui non era considerato così importante esserlo. Lo dimostra che in tutta la sua carriera non ha mai avuto un anno in cui ha tirato più da tre che da due e all’inizio il rapporto era di un tiro da tre ogni sei-sette da due. E Curry, ovviamente, non andava mai in lunetta (1.4 di media in carriera). In sostanza lo invitavano ad avvicinarsi a canestro quando era molto più efficace allontanandosi. Il prototipo del giocatore che il movimento analitico avrebbe valorizzato a dispetto delle idee dei tradizionalisti.

9 Steve Kerr: come giocatore non valeva Dell Curry, infatti ha sempre giocato meno e segnato meno di lui. Questione atletica. Kerr come Curry non andava mai in lunetta. Però come tiratore forse era addirittura superiore. Le cifre dicono di sì: 45.4% da tre in carriera, anche se su 1.8 tentativi a partita. Perché Kerr tirava così poco: limiti fisici lo condizionavano in difesa o nel liberarsi al tiro, un limite tecnico era il passaggio, mediocre per un aspirante point-man, limitandone il minutaggio. Tuttavia i quasi tre tiri da due di media sono stati tiri buttati via. In ogni caso, a supporto della sua posizione tra i migliori tiratori di sempre, ci sono due stagioni da primo assoluto nel tiro da tre con il 1994/95 chiuso al 52.4%, e quattro stagioni condotte oltre il 50%.
8 Peja Stojakovic: otto stagioni intere oltre il 40%. In carriera ha il 40.1% su 5.5 tentativi per gara. Stojakovic è stato un giocatore da 17.0 di media in carriera, anche se il tiro che si ricorda di più ingiustamente è l’errore dall’angolo in solitudine nella straordinaria gara 7 della finale di conference del 2002 quella che di fatto assegnò ai Lakers il titolo NBA sui Sacramento Kings (la finale con i Nets non ebbe storia). Ma in quella serie Stojakovic fece 1/10 da tre: anche se nessuno lo ricorda giocò solo tre gare su sette, le ultime, a causa di una distorsione alla caviglia destra riportata nella serie precedente.
7 Steve Nash: la cosa più incredibile è che Nash non era famoso per il tiro ma per come passava la palla o leggeva le situazioni. Ha segnato 14.3 punti di media in carriera, pochi per un due volte MVP, con un massimo di 18.8. Ma vanta 13 stagioni oltre il 40% da tre e il 42.8% in carriera. Tirava 3.2 volte a partita, mai più di 4.7 per una stagione, il che conferma soprattutto che era un grande selezionatore di tiri e non considerava il tiro la sua prima opzione. Ma con queste medie, così a lungo, un posto al top lo merita (da menzionare nove stagioni intere oltre il 90% dalla lunetta).

6 JJ Redick: potrebbe essere considerato l’evoluzione della specie rispetto a Curry o Kerr, ovvero quello che sarebbero stati se fossero nati una generazione dopo. JJ è un po’ più alto e probabilmente veloce di entrambi, ma non è un atleta. Ha il 41.5% da tre in carriera su 4.4 tentativi ma negli ultimi anni sono stati più di 4.4. A inizio carriera non aveva la fiducia e lo spazio per imporsi come è accaduto ai Clippers giocando accanto ad uno dei più grandi passatori della storia come Chris Paul.
5 Kyle Korver: la carriera non è ancora finita ed è destinata a superare le 1000 partite giocate. Per il momento ha il 42.9% su 4.6 tentativi per gara da tre. Dal 2009 al 2015 ha avuto sei anni in cui la sua stagione peggiore l’ha chiusa al 43.5%. Tre volte miglior tiratore da tre della Lega, nel 2009/10 con il 53.6% su 2.1 tentativi. Probabilmente vale di più il 49.2% su 6.0 tentativi di Atlanta 2015. Non a caso, fece l’All-Star Game. Per lui la chiave è stata aggiungere alla straordinaria precisione la rapidità di esecuzione. Essere oltre due metri aiuta contro i close-outs.
4 Reggie Miller: ha avuto dieci stagioni oltre il 40% da tre, ha finito con il 39.5% su 4.5 tentativi in 18 stagioni, tutte a Indiana. Va considerato un fatto: Miller a differenza di tutti i tiratori menzionati, ad eccezione di Steph Curry e in qualche anno Ray Allen, è sempre stato la prima opzione offensiva dei Pacers quindi non aveva il privilegio di poter tirare sugli scarichi, lui aveva bisogno di tirare dal palleggio, in una frazione di secondo, muovendosi tantissimo senza palla. E la pressione non lo spaventava: nei playoffs aveva 5.7 triple a partita con il 39.0%. Nel 1991/92, playoffs, 63.6% da tre. Nel 1992/93, playoffs, 52.6% da tre. 

3 Klay Thompson: ovviamente stiamo parlando di un arco di tempo breve (sei stagioni di NBA) e di una nuova epoca in cui i tiratori da tre punti non solo sono apprezzati ma addirittura incoraggiati ad esagerare. In questi cinque anni, Thompson è passato da 4.1 tentativi a 8.1 senza mai scendere sotto il 40%. Siamo già a cinque stagioni oltre il 40% e il 42.0% in carriera, meglio di Reggie Miller con 6.5 tentativi di media, una cifra destinata a crescere. Detto che la vicinanza di Steph Curry rappresenta una combinazione unica – mai visti due tiratori così nella stessa squadra, come avere Ray Allen e Reggie Miller assieme -, Thompson è sicuramente da considerare al top come tiratore. Definirlo tra i primi cinque di sempre può apparire prematuro ma la sensazione è che si tratti di una collocazione corretta.
2 Ray Allen: allora, ci sono otto stagioni in carriera oltre il 40%, meno di Reggie Miller, il 40.0% esatto per la carriera su 5.7 tentativi per gara. Si potrebbe aggiungere il canestro da tre più difficile e famoso della storia, quello che salvò il secondo titolo di Miami in gara 6 contro San Antonio nel 2013, dall’angolo, senza tempo, marcato, senza vedere il canestro. L’anno prima, l’ultimo a Boston, ebbe la sua miglior stagione con il 45.3% su 5.1 tentativi. Comunque fa già parte di una generazione successiva a quella di Miller, che è dieci anni più anziano: a Seattle ha fatto in tempo a giocare due anni con oltre otto triple tentate a partita nella prima metà degli anni ’10. Credibile come miglior tiratore di sempre, possibile si debba considerare Thompson davanti a lui, difficile però non considerare Curry, per raggio di tiro e volume di conclusioni, davanti a lui. 
1 Stephen Curry: ci sono già sette stagioni tutte oltre il 40%. Il 44.4% in carriera è spaventoso considerando che ha una media di 7.5 tentativi per partita (solo Kerr ha una percentuale più alta ma con un quinto dei tentativi). Nel 2014/15 ha tirato 8.1 triple per gara, quante Thompson nella stagione 2015/16, in cui lui è salito alla cifra incredibile di 11.2 triple con il 45.4% che è oltre la media carriera e la sua seconda percentuale di sempre. Ma quando fece il 45.5% nel 2011/12 tirava 4.7 volte di media. Non solo Curry è un tiratore incredibile ma probabilmente non ha ancora toccato i suoi limiti cioè fino a dove può aumentare il numero di conclusioni conservando percentuali simili.



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