Nei giorni scorsi è morto a 75 anni Connie Hawkins, Il Falco. Ecco com'era stato descritto in "New York Basketball Stories 2.0".
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Una volta ad Harlem assegnarono
ad Hawkins il trofeo di MVP di un torneo cui non avrebbe neppure partecipato
“perché ad Harlem se dai un titolo di MVP puoi darlo solo ad Hawk”, la geniale
spiegazione. Connie ebbe almeno la bontà di presenziare alla cerimonia di
consegna del trofeo e poi di giocare l’All-Star Game.
Hawkins era ovviamente un giocatore NBA e anche uno dei
migliori, un’ala di 2.03, con apertura di braccia spaziali, che veniva da
Beford-Stuyvesant a Brooklyn. Dominava a Rucker Park e anche alla Boys High
School di Brooklyn, ma non aveva una buona istruzione, era un ragazzo ingenuo,
che un giorno prese 200 dollari da Jack Molinas, sempre lui, senza immaginare
fosse contro le regole. Quando l’episodio venne fuori, all’interno di una nuova
indagine sulla corruzione nel basket universitario, Hawkins perse la borsa di
studio ad Iowa che aveva cercato fino a quel momento di farlo passare per uno
studente credibile. E assolutamente non lo era.
Hawkins non aveva preso quei 200 dollari per
addomesticare o truccare alcuna partita. Per lui erano un regalo e lo stesso
Molinas testimoniò a suo favore: non era certo un santo, tutt’altro, e magari
un giorno sarebbe passato a farsi restituire il “prestito” ma non era ancora
successo niente. Addirittura il fratello di Hawkins aveva trovato il modo di
restituire quei soldi. Hawkins non fu mai accusato di nulla, mai processato. Ma
la vicinanza con Molinas era troppo e di lui la NBA per anni non volle sapere
nulla. “Non ho mai giustificato Hawk – disse Howard Jones, il suo allenatore al
liceo – ma stiamo parlando di un ragazzo di Bed-Stuy e dell’ultimo girone
dell’inferno dal punto di vista economico”. La mamma di Connie era cieca e
quando i soldi cominciarono a danzare davanti ai suoi occhi poteva
realisticamente dire no? Hawkins ripiegò sulla ABL, che però fallì dopo un
anno, andò a giocare quattro anni nei Globetrotters e infine, per qualche anno,
duellò con Rick Barry, l’altra grande stella della Lega, nella ABA, che era
disposta a chiudere un occhio pur di accaparrarsi una grande star. Hawkins
giocò a Minnesota e Pittsburgh, fu MVP della Lega e riemerse finalmente nella
NBA, a Phoenix, in tempo per giocare quattro All-Star Game e ritirarsi nel
1976. Ma i suoi anni migliori Hawkins li trascorse tra i Globetrotters e la ABA
e per questo non è mai stato apprezzato come avrebbe dovuto. “Hawkins era una
via di mezzo tra Wilt Chamberlain e Oscar Robertson – disse Bill Sharman, ex
guardia dei Celtics poi allenatore dei Lakers del titolo vinto nel 1972 e suo
coach proprio nella ABA – E’ il classico giocatore che fa sembrare tutto facile
e per attirare su di sé attenzione non ha bisogno di inventare nulla”.
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