mercoledì 5 aprile 2017

Golden Times: la più grande regular season di sempre


Draymond Green, diventato ricco con il suo nuovo contratto, è diventato una storia intrigante, l’anima della squadra, un giocatore rivoluzionario, di quelli che dividono perché parlano tanto, picchiano, lottano, disturbano. A fine stagione, il suo spirito agonistico si sarebbe riversato contro di lui e contro i Warriors, ma durante la stagione Green è stato l’anima della squadra. 

A Oklahoma City nell’intervallo fu protagonista di una memorabile sfuriata contro compagni e allenatori, ben percepita dalla ESPN, il network televisivo che ha uomini e telecamere dappertutto. Non fu possibile nascondere nulla. Ma nel secondo tempo Golden State rispose e vinse. Kerr su Green è sempre stato chiaro. Non ha mai voluto che si contenesse o autocontrollasse, ha sempre voluto cavalcare il suo spirito. “Altrimenti non sarebbe quello che è diventato”, spiega. 
A fine stagione Stephen Curry avrebbe segnato 402 triple prendendo a sberle il record di canestri da tre punti che lui stesso deteneva. Avrebbe tirato con il 45% dal campo, il 50% da tre e il 90% dalla lunetta. Solo due giocatori prima di lui l’avevano fatto. Il consulente dei Warriors, Steve Nash, e l’allenatore dei Warriors, Steve Kerr. Le esplosioni realizzative di Curry, i suoi canestri impossibili sono diventati il leit-motiv della stagione. Nella suddetta partita di Oklahoma City, Curry segnò la tripla della vittoria arrestandosi, sulla fascia sinistra del campo, a circa undici metri dal canestro e segnando con naturalezza, come se fosse un lay-up. I Thunder avevano a tratti dominato la gara, Andre Iguodala dalla lunetta aveva forzato il supplementare e Curry nell’overtime l’aveva chiusa così. Con una prodezza balistica della quale si sarebbe parlato per giorni.,,,

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