mercoledì 2 agosto 2017

American Way: le contraddizioni di Miami

La prima volta che andai a Miami mi misero in guardia: stai lontano da Overtown, da Liberty City. Negli anni 90 Miami salì al primo posto della classifica degli omicidi. L'omicidio di Gianni Versace su Ocean Drive, il lungomare affollatissimo di South Beach davanti alla sua villa diventata un boutique hotel, dopo una colazione al popolarissimo News Cafè rappresentò per il clamore, la location e la fama della vittima l'apoteosi dei pericoli di Miami. Da allora la città è scesa sotto il trentesimo posto nella classifica degli omicidi. Ma quando esplode lo fa in modo fragoroso. Basti pensare allo zombie di South Beach. Non c'è una spiegazione logica e forse non c'è una spiegazione e basta.
Miami è di moda perché ha un clima fantastico anche d'inverno e l'acqua dell'oceano è così calda che puoi starci dentro ore senza provare un brivido. In fondo è per questo che il miliardario del Maine, James Deering costruì Vizcaya tra Coconut Grove e Key Biscayne modellandola sulle sue passioni europee. Ci viveva d'inverno negli anni '20. Una caravella di marmo difendeva la terrazza dalle onde e la raggiungeva dalla casa madre con una gondola. Non aveva eredi e cosi quella dimora è stata donata e oggi è un museo-giardino adagiato sulla Baia. Un'oasi di pace in una metropoli bella, poco americana e quindi disordinata e piena di contraddizioni. Ad esempio la lingua locale è lo spagnolo nella vita comune e diventa l'inglese quando ci si esprime ufficialmente. In un negozio, un hotel. Può essere la città più caotica del mondo e trasformarsi un'ora di strada dopo, all'ingresso delle Keys in un luogo di pace, relax, stress-free.
Sportivamente parlando Miami è città di football. L'hockey è un controsenso giocato in Florida, basket e baseball hanno avuto un successo strepitoso rispetto ai Dolphins ma sono passioni relativamente recenti. I Dolphins sono la vera squadra di Miami. Lo capisci subito. Una delle arterie principali è intitolata al coach storico Don Shula: i suoi Dolphins nel 1972 finirono la stagione senza sconfitte. Nessuno li ha più eguagliati. Una strada dalle parti dello stadio è intitolata al leggendario quarterback Dan Marino. Una volta aveva un ristorante su Cocowalk, a Coconut Grove. Ora non c'è più. Questo disturba dell'America: ti affezioni ad un posto, ci torni e non c'è più. A Cocowalk hanno tolto anche la Cheesecake Factory. Invece non ci sono strade intitolate a Pat Riley o Dwyane Wade.
Dall'ultimo titolo dei Dolphins, gli Heat ne hanno vinti tre ma una parte del pubblico proviene da nord e capita che venga a tifare i Knicks o i Celtics in omaggio alle proprie origini. Succede meno adesso ma succede ancora. I Marlins di baseball hanno vinto due World Series: dopo la prima smantellarono la squadra. Poi vinsero ancora. Oggi giocano in downtown o quasi. Hanno uno stadio nuovo e stanno per cambiare proprietà ancora una volta.

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