Come identificare i
migliori tiratori da tre punti della storia? Per tentare un’analisi, bisogna
partire da un concetto: il tiro da tre esiste dal 1978/79 e inizialmente era
considerato un’arma occasionale, da usare con moderazione, poco produttiva. Ha
senso tenere in considerazione solo i giocatori emersi dopo il 1980 e stiamo
già molto larghi. Ad esempio Andrew Toney, la guardia di Philadelphia
ribattezzato “The Boston Strangler”, noto per essere un terrificante tiratore
non ha mai segnato più di 39 triple in una stagione. Michael Cooper, che era
una versione ante-litteram dei cosiddetti “3-and-D” cioè i difensori che in
attacco tirano praticamente solo da tre, al massimo centrò 80 triple nel
1988/89 con il 38.1%. Erano altri tempi. Fred “Downtown” Brown ha segnato 110
canestri da tre punti… in cinque anni ed era famosissimo per il tiro. La prima
parte della sua carriera l’ha trascorsa senza il tiro da tre. Nel primo anno di
introduzione, quando era considerato un diversivo, Downtown Brown, dei Seattle
Supersonics, fu il miglior tiratore della Lega con il 44.3% da tre. Parliamo di
88 tentativi in una stagione, poco più di uno per gara. Qui il tentativo è
cercare di equilibrare tra tiratori di precisione e tiratori volumetrici,
mediando tra le due caratteristiche considerando che ora si tira molto di più
dall’arco.
20 John Starks: nel
1994/95 segnò 211 canestri da tre punti ma in carriera ha avuto il 35%
dall’arco. Anche lui era un tiratore di quantità ma forse un miglior tiratore
“agonistico” di quanto si pensi. Starks era un attaccante aggressivo, nato come
slasher ma diventato poi un jump-shooter. Quantità più che qualità, ma è ingiusto
che sia ricordato per lo 0/11 di gara 7 della finale del 1994 (giocava a New
York) quando riuscì a fare molto meglio in altre partite importanti persino
opposto a Michael Jordan.
19 Quentin Richardson: non
è stato un grandissimo tiratore, oltretutto quando venne fuori da DePaul era
quotato per caratteristiche diverse, fisico, duttilità, capacità di giocare in
post basso. Ma Richardson quando venne affidato a Mike D’Antoni nella stagione
2004/05 eseguì 631 triple, il massimo nella NBA, 8.0 di media, circa tre a
partita in più di quante ne aveva tirate ai Clippers la stagione precedente,
più del doppio di quante ne avrebbe tentate a New York l’anno seguente. Il
sistema di D’Antoni aveva individuato l’efficacia di un tiratore di volume come
Richardson, molto più efficace se chiamato a esagerare con le triple piuttosto
che a selezionare.
18 Rashard Lewis: altro
tiratore volumetrico. E’ stato molto più che uno specialista, balzando tra il
ruolo di ala piccola, “Stretch 4” e anche superstar (soprattutto a Seattle
quand’era davvero giovane). Come tiratore gli anni migliori sono stati quelli
di Orlando perché usava la presenza in post basso di Dwight Howard. Quando i
Magic raggiunsero la Finale NBA del 2009 lui tirava 7.0 volte a partita da tre,
record carriera, con il 39.8%. L’anno prima con 6.8 tentativi era oltre il 40%.
Lewis è stato forse il miglior tiratore di 2.08 di sempre.
17 Dan Majerle: Thunder
Dan ha tirato con il 35.8% per la carriera ma in due stagioni ha capeggiato la
Lega, giocando a Phoenix, in triple segnate e tentate. In quelle due stagioni –
1993 quando i Suns arrivarono alla Finale e 1994 – è stato anche il giocatore
più preciso della Lega poco oltre il 38%. Majerle è stato uno dei primi ad
usare il tiro da tre in modo massiccio. E’ curioso notare cosa accadde dopo il
1991/92: eliminò circa 300 tiri da due in una stagione per riversarli quasi
tutti in tiri da tre e tenne le stesse percentuali.
16 JR Smith: giocatore
sottovalutato. Dal 2006/07 non ha mai segnato meno di 13.0 punti di media. Solo
una volta in carriera non è andato in doppia cifra per una stagione. Nel
2012/13 senza mai partire in quintetto a New York segnò 18.1 punti di media. Ha
trovato sempre di più la sua dimensione come tiratore, dimensione accentuata
sbarcando a Cleveland per giocare accanto a due megastar come LeBron James e
Kyrie Irving. Esegue 5.5 tiri da tre di media in carriera. La stagione 2015/16,
quella del titolo, è stata la prima dal 2008 (Denver) in cui ha toccato il 40%.
Colpa di una selezione spesso innaturale. Rispetto al classico specialista è
più atletico – per usare un eufemismo – e può costruirsi da solo un tiro, con
conseguenze per le percentuali non sempre ottimali. (1-continua)
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