sabato 11 novembre 2017

American Way: quando Nancy Vs Tonya rese popolare il pattinaggio

Gli Stati Uniti sono un paese a cultura polisportiva per cui può capitare che occasionalmente discipline poco note facciano breccia e diventino per un periodo limitato di tendenza. Soprattutto se c'è un grande campione, carismatico, da seguire. Spesso è un bene, qualche volta è un male. Spesso le motivazioni sono positive e qualche volta tutto accade per i motivi sbagliati. Che l'America scopra il nuoto grazie ai record di Michael Phelps è un fatto positivo, che dimentichi l'atletica non avendo più un Carl Lewis o un Michael Johnson da ammirare è negativo, che Ryan Lochte diventi famoso non per le tante vittorie o il ruolo di anti-Phelps che ha interpretato bene ma per il giallo del distributore di benzina a Rio è meno edificante. Nel 1994, a gennaio, l'America scoprì il pattinaggio artistico femminile.

Il film "I, Tonya" - con candidature all'Oscar - ripercorre il giallo che appassionò l'America e in misura minore il resto del mondo nel 1994, raccontando la storia personale del personaggio "cattivo" della storia, Tonya Harding. La vicenda è questa, grosso modo: verso le Olimpiadi di Lillehammer 1994, la grande speranza degli Stati Uniti era una bellissima ragazza poco più che ventenne, mora, slanciata, elegante, un talento naturale. Nancy Kerrigan. La sua avversaria era una pattrinatrice muscolare, meno elegante, più forte fisicamente, ma meno dotata di talento. Tonya Harding, all'epoca 24enne, di Portland. Le due atlete erano divise da una fiera rivalità. Il 4 gennaio 1994, a Detroit, in vista dei campionati nazionali, la Kerrigan venne aggredita dopo un allenamento e colpita ad una gamba con una spranga di ferro. Poteva finire lì la sua carriera. Fu fortunata. Immediamente dopo emerse in modo inequivocabile che l'aggressore era stato assoldato dall'ex marito di Tony Harding per "fare fuori" la Kerrigan. Purtroppo Tonya era a conoscenza del complotto o ne faceva parte lei stessa. In un attimo Nancy Vs Tonya diventò la storia delle Olimpiadi almeno negli Stati Uniti. Entrambe si qualificarono. L'aggressione non impedì alla Kerrigan di recuperare e andare in Norvegia. In quel momento la rivalità era diventata comprensibilmente odio. E l'America si appassionò alla storia. Aveva tutto: due pattrinatrici di livello mondiale, americane tutte e due, divise da un odio profondo e legate da un episodio di cronaca nera. Era l'eterna lotta del bene contro il male. Quell'episodio entrò così prepotentemente nella cultura popolare americana da aver ispirato non solo il film, recensito bene dalla critica, ma da essere stato menzionato addirittura durante la sua campagna elettorale da Barack Obama!
L'aggressione venne concepita da dilettanti allo sbaraglio, smascaherati subito, e fortunatamente non ebbe effetti drammatici. La Kerrigan partì per Lillehammer, fece una grande gara e vinse la medaglia d'argento. La Harding finì ottava. Se il complotto avesse avuto successo, avrebbe danneggiato la Kerrigan. rovinandole la carriera ma non avrebbe dato nulla alla Harding, comunque lontana dal podio. Ma la storia insegna tante cose: senza l'aggressione la Kerrigan non sarebbe mai stata così famosa nel 1994 e non sarebbe ricordata anche oggi che, a 47 anni, vive la sua vita in modo anche brillante (la Harding? E' un'altra storia ma l'aggressione sul piano umano ha danneggiato lei molto più della Kerrigan, il classico autogol, peraltro ovviamente meritato). Il pattinaggio su ghiaccio non è mai stato così popolare in America come nel 1994. L'audience della gara di Lillehammer fu roba da record. E' la prova che costruire la narrativa di una competizione è la vera operazione di marketing che poi produce il successo di un evento, anche se nel caso in questione non c'era nulla di preordinato, tutto è stato casuale, volgare, rabbrividente. La boxe ha capito questo concetto prima e meglio di qualsiasi altro sport, dalle conferenze stampa congiunte e spesso con insulti (succede ancora oggi, in modo più recitato e meno credibile), alle operazioni di peso, alle etichette (La Grande Speranza Bianca, The Thrilla in Manila eccetera), alla coltivazione dell'odio tra i contendenti, qualche volta molti anni fa reale non finto.
Il caso Harding-Kerrigan è significativo. Okasana Baiul, Ucraina, vinse l'oro a Lillehammer, ma nessuno la ricorda. Come tutti conoscono Dorando Pietri e il suo drammatico arrivo alle Olimpiadi di Londra 1908 ma nessuno conosce il nome del vincitore, Johnny Hayes. Se Dorando avesse tagliato tranquillamente il suo traguardo sarebbe stato un altro olimpionico, ma la sua storia non sarebbe diventata quello che è diventata. Se la Kerrigan non avesse subito alcuna aggressione sarebbe stata nella cultura popolare un'altra grande pattinatrice dimenticata dopo un anno dal suo podio. Invece è Nancy Kerrigan. Così va il mondo.

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