venerdì 4 novembre 2016

Golden Times:da Dell Curry a Stephen Curry, l'arte del tiro




Dell Curry aveva quattro sorelle. Tutte più grandi di lui. Trovava una via di fuga quando rimaneva fuori di casa e il suo allenatore al liceo lo ospitava nella propria… stalla. E’ una storia nota. Curry veniva da Harrisonburg in Virginia e aveva il canestro nel sangue. La tecnica giusta, il gomito posizionato perfettamente a formare una elle con l’avambraccio. Il rilascio perfetto. Dell Curry era un tiratore nato ma non si accontentava di esserlo. No. Dell Curry percorreva i 15 minuti che lo separavano dalla casa in cui viveva il suo coach a Fort Defiance High School. C’era un canestro appeso nella stalla. Dell aveva il permesso di rimanere lì e tirare all’infinito. L’obiettivo di ogni giorno era segnare 500 canestri. “Ma il bello è che potevo andarci con qualunque tempo e a qualunque ora. La stalla era sempre aperta”, racconta. Talento, istinto, tecnica e lavoro. Dell Curry sarebbe diventato uno dei più grandi tiratori di tutti i tempi.


Curry fu convocato per il McDonald’s All-America Game ma era considerato troppo debole fisicamente, esile, piccolo (1.92) per avere un futuro ad alto livello. Non venne granché considerato dai college di primo piano. Fu reclutato da Virginia Tech. Per tre anni venne incluso nel primo quintetto della Metro Conference, fu giocatore dell’anno nel 1986 quando segnò 24.1 punti di media in un’epoca in cui ancora nella NCAA non esisteva il tiro da tre punti con il quale sarebbe stato un’arma letale. Prima dell’ultima gara casalinga, la sua maglia numero 30 di Virginia Tech venne ritirata. Fu qui, al college, che nacque la storia d’amore con Sonya.
Una storia perfetta: Dell era la stella degli Hokies nel basket ma d’estate giocava anche a baseball, Sonya giocava sia a basket che a pallavolo, la sua prima scelta. Erano ovviamente la coppia delle coppie nel campus di Virginia Tech.

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