sabato 13 agosto 2016

New York Basketball Stories 2.0: Let's Go To Coney Island




Dicono i locali che quando arrivi a Coney Island in un attimo lo sanno tutti. Per quanto sia grande e popolata, Coney Island non ha misteri. Arrivi qui solo perché ci vivi o per un motivo preciso. Non puoi dire di essere di passaggio perché da Coney Island non si va da nessun’altra parte. Coney è la sezione meridionale di Brooklyn, una volta famosa per la ruota panoramica lungo Boardwalk, la passeggiata che affianca la spiaggia, e per Nathan’s, un ristorante specializzato in hot dog che poi si è trasformato in una sorta di catena con punti vendita sparsi un po’ ovunque. Per anni Coney Island è stata un sobborgo abitato da emigrati europei, molti italiani, poi anche tanti est europei soprattutto russi e infine, gradualmente, ha cambiato colore ed è diventato una zona abitata per lo più da afroamericani.
Il flusso migratorio dall’Europa si è fermato negli anni ’50, più o meno quando hanno ideato i “projects”, grandi complessi edilizi con case popolari, abitate dalle fasce sociali più povere che qui a Coney hanno trovato terreno fertile per stabilirsi. Con il tempo Coney è diventata sempre più nera, sempre più abbandonata a sé stessa, sempre più pericolosa. E siccome il basket è “The City Game”, lo sport delle metropoli, il basket è diventato la religione locale.
Coney non è grande in senso assoluto: una quindicina di isolati in larghezza, tre in lunghezza, adagiati alle spalle di Ocean Parkway dove nel film “He Got Game”, Denzel Washington spiega al figlio interpretato da adulto dalla stella NBA Ray Allen (ai tempi giovane emergente dei Milwaukee Bucks) perché aveva deciso di chiamarlo Jesus. Non è casuale che il personaggio di Jesus Shuttlesworth sia un prodotto di Coney Island: il regista del film, Spike Lee, è di quelle parti, e il basket è ciò che in questa perversione sociale determina lo status di ogni individuo. Se sai giocare vali, sei rispettato, troverai lavoro, ragazze e amici. Altrimenti, sei uno qualunque, forse anche peggio. Oppure un delinquente...


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