venerdì 15 luglio 2016

Davvero Tim Duncan è stato la miglior ala forte moderna?




Ricordo che ai tempi delle due Finali consecutive degli Utah Jazz contro i Chicago Bulls si stava facendo largo la corrente di pensiero secondo cui Karl Malone era da considerare la miglior ala forte nella storia del basket. In realtà la legittima candidatura di Malone risentiva della vecchia interpretazione del ruolo. Le migliori ali forte per molti anni erano stati giocatori di fatica, fisici, grandi combattenti e rimbalzisti ma raramente grandi giocatori. Il ruolo si è evoluto. Elvin Hayes, prodotto della Houston University, è stato una delle migliori ali forti della storia. Bob McAdoo che ha ottenuto però i migliori risultati di squadra quando si è trasferito ai Lakers con un ruolo inferiore rispetto a quello dominante – ma perdente – degli anni di Buffalo e New York. Spencer Haywood a Seattle. Ancora prima Dave Debusschere a New York che era un giocatore moderno perché oltre ad essere un ruvido rimbalzista e un difensore era anche un eccellente tiratore. Ce ne sono stati altri. Poi all’inizio degli anni ’80 ci sono stati Larry Bird – ma la sua carriera è stata spesa soprattutto all’ala piccola, oggi probabilmente non potrebbe farlo – e Kevin McHale. 

Tim Duncan si è ritirato dopo 19 anni nella stessa squadra, a San Antonio. E’ stato la miglior ala grande della storia? Parliamo degli ultimi trent’anni, da quando il ruolo ha avuto un’evoluzione verso la modernità. Ci sono stati strepitosi interpreti. Tom Chambers, Seattle e Phoenix, forse il più grande saltatore bianco della storia. Shawn Kemp, The Rain Man di Seattle, poi Larry Johnson, Chris Webber, magari lo stesso Dennis Rodman, irreale come rimbalzista, strepitoso difensore ma scarso in attacco.
Ma se vogliamo analizzare Tim Duncan o i migliori di sempre possiamo fermarci a cinque nomi, tutti relativamente “giovani”. Dirk Nowitzki, Kevin Garnett, Charles Barkley, Karl Malone e Tim Duncan hanno una cosa in comune: hanno tutti vinto il trofeo di MVP. Nessun’altra ala grande l’ha fatto. Incluso McHale. Difficile includerlo perché tutta la carriera l’ha spesa a Boston in una squadra fortissima nella quale non era il miglior giocatore – si trattava di Larry Bird – e non necessariamente era il secondo (Robert Parish? In qualche momento Dennis Johnson?).
Dirk Nowitzki è stato l’ultima ala forte a venire nominato MVP, nel 2007. Come Duncan, ha un’altra medaglia da mettersi al petto: è stato MVP della Finale NBA quando l’ha vinta nel 2011. Nowitzki ha giocato solo nei Dallas Mavericks, ha giocato due Finali, ne ha vinta una. Quattro volte è stato primo quintetto All-NBA, cinque volte secondo quintetto. In 13 stagioni ha segnato almeno 20 punti di media a partita. Delle cinque ali forti considerate, ha la terza media punti in carriera ma di tutti è stato largamente il meno decisivo a rimbalzo. Non ha mai toccato i 10 di media in una stagione. E non è mai stato All-Defensive.
Kevin Garnett è stato MVP nel 2004, prima che arrivasse a Boston e vincesse il titolo del 2008 (più una Finale nel 2010, in sette partite). E’ stato quattro volte All-NBA, tre volte secondo quintetto, ha segnato meno dei cinque (la lunga carriera però incide, perché comunque ha toccato i 20 di media per nove anni di fila). I 10.0 rimbalzi di media scenderanno alla fine della prossima stagione, è inevitabile, ma come rimbalzista ha il diritto di considerarsi forse il migliore di tutti. Non solo ha avuto nove stagioni oltre i 10 di media ma quattro volte è stato il miglior rimbalzista della Lega. Vanta anche nove inclusioni nel primo quintetto difensivo. E a differenza di tutti gli altri è stato Difensore dell’anno nel 2000.
Charles Barkley è stato MVP nel 1993, anno in cui andò a Phoenix e portò i Suns alla sesta partita contro i Bulls. Dei cinque è stato il migliore a rimbalzo, 11.7 per gara in carriera, il migliore negli assist (3.9). Barkley non era un difensore, mai incluso nei quintetti difensivi, è stato cinque volte primo quintetto e quattro volte secondo quintetto. I numeri sono impressionanti: Barkley ha avuto 11 stagioni oltre i 20 punti e 15 oltre i 10 rimbalzi con un top di 14.7 (gli valse il primo posto in graduatoria).
Karl Malone è stato MVP due volte come Duncan, ma ha perso le tre Finali che ha giocato anche se l’ultima, ai Lakers ultimo anno di carriera, conta poco (aveva 42 anni, era la squadra lesionata dal rapporto tra Shaq e Kobe, non era lui a doverla portare al successo e infine si fece anche male in Finale, contro Detroit). Karl è stato tra i cinque il miglior realizzatore. Non è solo una questione dettata dai 25.7 di media (Nowitzki, Barkley e Garnett avevano più raggio di tiro, lui era il migliore dalla media), ha avuto 17 stagioni – 17! – oltre i 20 punti per gara e 11 volte primo quintetto All-NBA. Malone ha avuto 10.2 rimbalzi per gara in carriera e tre volte, senza essere uno specialista, è stato incluso nel primo quintetto difensivo.
Arriviamo a Tim Duncan: per essere un passatore sublime, è bassa la media di 2.8 assist per gara, ma dopo Barkley è stato il più consistente a rimbalzo, ha segnato più di Garnett, è stato due volte MVP come Malone, ha segnato almeno 20 di media in tutte le sue prime otto stagioni nella Lega e ha catturato almeno 10 rimbalzi in tutte le prime 13. Dieci volte è stato primo quintetto All-NBA, otto volte primo quintetto difensivo.

Ecco il confronto.

Giocatore
Tit.
MVP
MF
1° T
Def
Ppg
Rpg
Apg
Tim Duncan
5
2
3
10
8
19.0
10.8
2.8
Karl Malone
-
2
-
11
3
25.4
10.2
3.6
Charles Barkley
-
1
-
5
-
22.1
11.7
3.9
Kevin Garnett
1
1
-
4
9
17.8
10.0
3.7
Dirk Nowitzki
1
1
1
4
-
22.0
7.9
2.5

Eliminerei Nowitzki: è il miglior tiratore dei cinque, ma sono stati tutti in modo diverso grandi tiratori. Lui non è stato un rimbalzista o un difensore competitivo rispetto agli altri. Garnett e Duncan sono stati i migliori difensori: Duncan ha ancorato per tutta la vita la difesa degli Spurs, che è stata consistentemente una delle prime tre della Lega, ma KG ha imposto la stessa cultura prima a Minnesota partendo quasi da zero e poi a Boston. Barkley è stato il miglior rimbalzista, un passatore incredibile e una macchina da canestri, ma un difensore sotto media. La squadra più forte in cui ha giocato, Phoenix, era una squadra offensiva, non difensiva. Malone era il più fisico di tutti. Ha stupito la sua straordinaria forza fisica abbinata ad una tecnica che con il tempo è diventata sorprendente: tiro dalla media, gioco in post basso, difesa, esecuzione. Grazie alla sua tenuta fisica ha giocato a livelli incredibili per un periodo lunghissimo.
Se guardiamo alla completezza, Duncan e Garnett sono stati i migliori sui due lati del campo (KG sei stagioni oltre i 5.0 assist di media), Malone il più costante e potente. Duncan però ha una cosa che lo rende unico ed è il motivo per cui viene considerato il migliore di tutti. Esatto: cinque titoli NBA vinti di cui tre da MVP della Finale, lungo un arco di carriera di 18 anni. Definire Duncan il migliore di tutti, il più solido è legittimo, ma se parliamo di consistenza quella l’hanno avuta anche gli altri. Duncan si fa preferire per le vittorie, ma è anche vero che Malone, Barkley e Garnett non hanno avuto la fortuna di finire in una squadra da finale di conference - minimo - fin da quando erano rookie (a Duncan è successo: chi ha debuttato accanto a David Robinson). Vorrei aggiungere che non ha mai giocato una Finale NBA contro Michael Jordan e i suoi Bulls ma è vero che ha combattuto ad Ovest contro la dinastia dei Lakers di Shaq e Kobe Bryant che vinsero tre titoli di fila prima che lui si prendesse il secondo. Non è detto che Duncan sia stato il migliore ma sostenerlo è legittimo. Li batte cinque contro due (tutti assieme) nei titoli vinti. Non è tutto ma è molto.

1 commento:

Simone ha detto...

Duncan è un giocatore migliore di Malone, ma Duncan ha quasi sempre giocato Centro.
La miglior Ala Forte è quindi Malone.