lunedì 4 luglio 2016

LeBron James in Finale: più grande anche di Kobe e MJ?




La mostruosa Finale NBA giocata da LeBron James ha restituito al 23 dei Cleveland Cavaliers il ruolo di giocatore numero 1 al mondo, lo scettro che Stephen Curry gli aveva strappato nelle ultime due stagioni. Ma soprattutto ha cancellato la sinistra percezione che LeBron sia sempre rimasto un gradino al di sotto del proprio potenziale nelle grandi partite. I famosi “haters”, cui ha dedicato un sentito post su Instagram dopo la Finale, hanno sempre sventolatoa  sostegno di questa tesi tre serie consecutive tra il 2008 e il 2010 in cui i Cavs persero due volte con Boston e una volta con Orlando fallendo il ritorno in Finale dopo l’apparizione precoce del 2007 (in cui persero peraltro 4-0 contro San Antonio, in una delle due finali meno combattute del nuovo secolo: l’altra fu Lakers-Nets nel 2002). Sulle ceneri dell’eliminazione del 2010 contro i Celtics, LeBron lasciò Cleveland per andare a Miami, un’altra mossa aspramente criticata.

Ora bisogna ricordare che anche Kobe Bryant, soprattutto Kobe Bryant, ha avuto la sua parte di “hating” e come Bryant anche LeBron – quando deciderà di smettere – sarà sepolto dagli stessi attestati di stima, riconoscenza e affetto che hanno inondato Bryant dopo essere stato trattato per anni – per usare le parole di Kevin Durant – come una m…a.

Sul 2-0 Golden State e ancora più sul 3-1 quando il destino della Finale sembrava segnato, LeBron James si trovava sull’orlo della quinta Finale persa in carriera su sette giocate, un dato statisticamente rilevante come le sei apparizioni consecutive all’atto conclusivo, di fatto un record. Poi è cambiato tutto. LeBron ha segnato 82 punti in due “Elimination Games”, trasformato i Cavaliers nella prima squadra a rimontare in una Finale da 1-3 a 4-3, nella prima squadra a vincere gara 7 di Finale in trasferta dal 1978 e lui è diventato il terzo giocatore a realizzare una tripla doppia in gara 7 di Finale dal 1988 quando ci riuscì James Worthy (il primo fu Jerry West nel 1969 ma lui gara 7 la perse). Sull’onda di questo ribaltone, LeBron è diventato candidabile come più grande giocatore di tutti i tempi (eccessivo, anche se tra i primi cinque ci sta), la sua serie è diventata improvvisamente la migliore di tutti i tempi (possibile) e le sue sette finali di cui quattro comunque perse adesso sembrano più un’impresa che un limite (giusto).

Riportando tutto nella giusta prospettiva, LeBron ha giocato finora 7 Finali esattamente come Kobe Bryant con un bilancio di 14 vinte e 23 perse. Bryant ha vinto cinque Finali su sette e ha un bilancio di 23-15 che sostanzialmente è inverso a quello di LBJ. Ma la differenza tra le Finali di LeBron e quelle di Kobe è innegabile. I Cleveland Cavaliers di James erano largamente sfavoriti in tutte le serie inclusa quella di quest’anno contro una squadra forte a livelli storici come i Warriors delle 73 vittorie. Il 2-2 in Finale alla testa degli Heat invece è discutibile. Miami era favorita in tre di quelle quattro Finali ma ne ha vinte due ed è opinabile che non fosse favorita anche nella quarta, persa 4-1 contro San Antonio. 

Bryant probabilmente ha affrontato da favorito sei Finali su sette, una di queste sei l’ha persa (2004 contro Detroit), in quattro Finali ha avuto vicino Shaquille O’Neal. In tutte e quattro Shaq è stato il primo realizzatore di squadra e nelle tre vinte l’MVP della serie. Contesti quindi molto diversi.

Queste sono le cifre di Bryant nelle sue sette finali

Anno
Ppg
Rpg
Apg
Mpg
%tiro
V
P
2000
15.6
4.6
4.2
35.2
36.7
4
2
2001
24.6
7.8
5.8
46.8
41.5
4
1
2002
26.8
5.8
5.3
43.8
51.4
4
0
2004
22.6
2.8
4.4
46.2
38.1
1
4
2008
25.7
4.7
5.0
43.0
40.5
2
4
2009
32.4
5.6
7.4
43.8
43.0
4
1
2010
28.6
8.0
3.9
41.2
40.5
4
3

Analizzando le cifre di LeBron nelle sue sette Finali, si notano alcune cose certamente significative. I numeri sono in crescendo. A dispetto dei 31 anni e mezzo, LeBron non ha mai giocato tanti minuti in una Finale come nel 2015 (45.7 di media), non ha mai segnato tanto come nel 2015 (35.8), dato via tanti assist come nel 2016 (8.9) e solo una volta ha tirato dal campo meglio del 49.4% di quest’anno. In altre parole, è inscalfibile, non ci sono segni di declino di alcun genere pur avendo un chilometraggio irreale, 38478 minuti in regular season, 8383 nei playoffs, quarto di sempre già oggi (con 10-12 partite di post-season l’anno prossimo, a 32 anni, sarà già secondo al solo Tim Duncan).

Negli ultimi due anni a Cleveland, in una squadra meno forte di quanto fossero gli Heat del quadriennio, LeBron ha dovuto fare molto di più. Non è detto sia un bene per la squadra, probabile che il suo carico fosse necessario per colmare le lacune (evidenti nella Finale del 2015 giocata senza Kevin Love e dopo gara 1 anche senza Kyrie Irving), ma dimostra quanto immenso sia il suo potenziale di giocatore “All Around”. Con tutto il rispetto, sarebbe stato impensabile per Bryant o lo stesso Michael Jordan giocare una Finale oltre la doppia cifra media a rimbalzo. LeBron l’ha fatto. Due volte. Numeri alla Magic Johnson se non fosse che Magic poteva occasionalmente segnare 35-40 punti ma non avrebbe mai potuto giocare sette gare di questo livello in prossimità dei 30 di media o dei 35.8 del 2015 (in Finale nel 1987 ebbe 26.2 punti per gara come massimo in carriera). Considerare LeBron alla stregua dei più grandi di sempre anche in un contesto in cui le vittorie non lo premiamo è assolutamente legittimo. 

Un altro aspetto da considerare: nella Finale del 2007, il giovane James (22 anni e mezzo) era già un giocatore all-around eccezionale ma non aveva le qualità realizzative odierne (segnò 25 punti consecutivi a Detroit per eliminare i Pistons e andare in Finale ma fu più un exploit possibile anche allora ma non rituale). Nella Finale del 2011, il punto più basso della sua esistenza, quando era a Miami e perse 4-2 contro Dallas, LeBron segnò 17.8 punti di media in Finale, secondo di squadra. Poi cos’è successo? LeBron ha aggiunto al suo arsenale il gioco in post basso che inizialmente non aveva migliorando le proprie percentuali nel tiro da due (nei due ultimi anni a Miami era salito oltre il 60%, uniche due volte in carriera); ha migliorato il suo tiro da tre punti che dopo quella Finale è schizzato dal 33 al 36% e poi al 40%. In più dopo un anno in cui a Miami ha cercato di adattarsi lui a Dwyane Wade ha preso decisamente in mano la squadra, diventandone leader, capo, decision-maker.

Ecco le cifre di LeBron nelle Finali.

Anno
Ppg
Rpg
Apg
Mpg
%tiro
V
P
2007
22.0
7,0
6.8
42.6
35.6
0
4
2011
17.8
7.2
6.8
43.6
47.8
2
4
2012
28.6
10.2
7.4
44.1
47.2
4
1
2013
25.3
10.9
7.0
43.0
44.7
4
3
2014
28.2
7.8
4.0
37.8
57.1
1
4
2015
35.8
13.8
8.8
45.7
39.8
1
4
2016
29.7
11.3
8.9
41.7
49.4
4
3

In termini realizzativi stiamo parlando di un giocatore paragonabile al Kobe Bryant liberato dalla presenza di O’Neal nelle ultime tre Finali giocate e forse anche di più. In tutto il resto è un’altra cosa.

E ora Michael Jordan. Il suo massimo di rimbalzi in una Finale è stato di 8.5 per le sei partite del 1993. LeBron ha fatto meglio quattro volte. Il suo massimo di assist è stato di 11.4 nell’irreale Finale del 1991, la sua prima. LeBron non ha mai viaggiato in doppia cifra negli assist ma in sei Finali su sette ha dato via almeno 6.8 assist per gara. Nelle altre cinque Finali, MJ non ha mai superato i 6.5 del 1992. 

Individualmente, LeBron ha giocato a livelli persino più alti di Jordan? No, qui si esagererebbe. Ad esempio dal campo LeBron solo una volta ha superato il 50%, Jordan l’ha fatto tre volte. Le Bron solo una volta ha segnato più di 30 di media, Michael l’ha fatto cinque volte. E’ difficile paragonare prestazioni di anni diversi da parte di giocatori differenti. Bryant era certamente più vicino a Jordan come stile di gioco di quanto lo sia LeBron. E tirare in mezzo altri giocatori sarebbe fuorviante. Shaquille O’Neal e Tim Duncan sono stati altri giocatori dominanti in Finale in questo secolo ma sono centri, paragonabili tra loro, ma non con un all-around come LeBron. Di sicuro i sei trofei di MVP indiscusso, il record di 6-0 in Finale, 24-11 nelle singole partite di Jordan obbligatoriamente lo pongono su un piedistallo superiore, come al solito. L’obiezione può essere un’altra: Jordan ha giocato sei finali tutte da favorito con i Bulls. Vero ma fino ad un certo punto: nel 1993 e nel 1998, Chicago ad esempio non aveva il vantaggio del campo, quindi giocava contro squadre che avevano fatto meglio in regular season (Phoenix e Utah). E si è visto sia nel caso di Kobe che in quello di LeBron a Miami che giocare nella squadra più forte non sempre garantisce la vittoria. 


Queste le cifre di Jordan nelle sei finali.

Anno
Ppg
Rpg
Apg
Mpg
%tiro
V
P
1991
31.2
6.6
11.4
44.0
55.8
4
1
1992
35.8
4.8
6.5
42.3
52.6
4
2
1993
41.0
8.5
6.3
45.7
50.8
4
2
1996
27.3
5.3
4.2
42.0
41.5
4
2
1997
32.3
7.0
6.0
42.7
45.6
4
2
1998
33.5
4.0
2.3
41.7
42.7
4
2

L’asterisco: nel 1994 Jordan non ha giocato; nel 1995 è rientrato a 17 gare dalla fine della stagione regolare; nel 1998 si è ritirato un po’ per il lockout e molto perché i Bulls avevano una grande smania di chiudere un ciclo e aprirne un altro ma se l’avessero cavalcato ancora avrebbero avuto forse una finestra di altri due anni. Resterà in eterno il rammarico di cosa avrebbero fatto – e avrebbe fatto Jordan – se quel ciclo non fosse stato prima sospeso e poi interrotto. 

APPENDICE

Queste le cifre di Magic Johnson nelle Finali NBA (cinque titoli vinti, nove Finali giocate, 24-27 il bilancio).

Anno
Ppg
Rpg
Apg
Mpg
%tiro
V
P
1980
21.5
11.2
8.7
42.7
57.3
4
2
1982
16.2
10.8
8.0
41.7
53.3
4
2
1983
19.0
7.8
12.5
44.8
40.3
0
4
1984
18.0
7.7
13.6
42.1
56.0
3
4
1985
18.3
6.8
14.0
39.2
49.4
4
2
1987
26.2
8.0
13.0
39.2
54.1
4
2
1988
21.1
5.7
13.0
41.4
55.0
4
3
1989
11.7
3.7
8.0
25.0
46.2
0
4
1991
18.6
8.0
12.4
45.6
43.1
1
4

Queste quelle di Larry Bird (tre titoli vinti, cinque finali giocate, record 16-15).

Anno
Ppg
Rpg
Apg
Mpg
%tiro
V
P
1981
15.3
15.3
7.0
42.8
41.9
4
2
1984
27.4
14.0
3.6
43.6
48.4
4
3
1985
23.8
8.8
5.0
40.2
44.9
2
4
1986
24.0
9.7
9.5
44.8
48.2
4
2
1987
24.2
10.0
5.5
42.3
44.5
2
4

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