martedì 6 settembre 2016

Shaq, LeBron, Wade chi è stato il più importante a Miami?


Pat Riley diventò allenatore e presidente dei Miami Heat nel 1995 dopo quattro anni ai Knicks. Fu un colpo clamoroso e per convincerlo Mickey Arison, il proprietario del club, gli cedette addirittura una quota della franchigia.
Da allora Riley ha costruito in 20 anni a South Beach tre diverse squadre da titolo. La prima fu costruita attorno a Tim Hardaway e Alonzo Mourning ma non andò oltre la finale di conference del 1997. Erano gli anni dei Bulls di Michael Jordan e superarli era quasi impossibile. Gli Heat subirono due colpi da ko tra l'altro. Convinsero Juwan Howard, una star emergente a giocare per loro, ma la Lega annullò l'operazione per circonvenzione del salary cap. Riley era stato troppo creativo nel tentativo di pagare Howard senza pesare sul cap. Il secondo colpo basso fu la malattia ai reni di Mourning. Dovette ritirarsi, poi tornò e venne scambiato ai Nets durante una sorta di ricostruzione della squadra. Infine Mourning rientrò alla base a fine carriera per vincere il titolo del 2006 da cambio di Shaquille O'Neal.
O'Neal era il centro della seconda contender costruita da Riley. Lo acquistò dai Lakers nel 2004 in modo rocambolesco. Lo chiamarono per sondarne l'interesse a tornare ad allenarli. Era tentato ma chiese di parlare con Shaq e Kobe Bryant, convinto di poterli mettere d'accordo. Gli spiegarono che non era possibile e comunque la decisione di cedere Shaq era già stata presa. Perfetto: Riley non avrebbe allenato i Lakers nel 2004 ma avrebbe volentieri acquistato O'Neal. Nel 2005 persero la finale di conference in sette gare contro Detroit. Nel 2006 vinsero il titolo. Nel frattempo Riley era tornato ad allenare la squadra.
Il terzo squadrone lo costruì nel 2010 quando convinse Dwyane Wade a rimanere e gli affiancò LeBron James e Chris Bosh. Risultato: quattro finali e due titoli in quattro anni.
Riley ha dichiarato nei giorni scorsi che O'Neal dovrebbe essere considerato il colpo più importante nella storia della franchigia. Più importante di LeBron e persino di Wade, correttamente ritenuto il più grande (nel senso di significativo) giocatore degli Heat.
Ora può darsi che a ispirare la dichiarazione di Riley siano stati i sentimenti: Wade è appena andato via determinando un contraccolpo emotivo notevole e LeBron andandosene due anni fa ha privato Miami della chance di competere per altri due titoli NBA almeno. Ma c'è anche del vero in quello che ha detto Riley?
O'Neal quando arrivò a Miami non era più lo Shaq dei Lakers, dominante e immarcabile. Aveva 33 anni quando si trasferì in Florida ma accettò di fare il numero 2 della squadra, ruolo che ai Lakers non avrebbe mai accettato. Per Kobe o nessun altro. All'epoca Shaq si lanciò in una ardita ma geniale similitudine tra le star perimetrali con cui aveva giocato e i figli di Don Vito Corleone nella saga de "Il Padrino". Penny Hardaway era Fredo, un po' fragile fisicamente e mentalmente, Kobe era Sonny, sfrontato, ambizioso, arrogante ai limiti dell'autolesionismo. Wade era Michael Corleone: il futuro boss, freddo e razionale, spietato. Chi conosce la saga e conosce la NBA sarà d'accordo o comunque riconoscerà qualcuno dei concetti espressi.
Quello che Riley voleva dire è che Shaq ha permesso diverse cose con il suo arrivo. Ha trasformato Miami in una squadra in grado di vincere. In quel momento non lo era mai stata davvero. Ha permesso a Dwyane Wade di salire di livello vincendo un titolo NBA prima che lo vincesse LeBron. Dopo il titolo del 2006, Miami è diventata una franchigia di riferimento, un posto in cui si poteva vincere sul serio e questo ha creato le basi anche per la costruzione incredibile del superteam di LeBron. In quello che dice Riley c'è sicuramente del vero.
Ma la verità è che Miami ha cominciato a essere presa seriamente smettendo di essere una franchigia di espansione di una città cestisticamente irrilevante e monotematica nella sua passione per i Dolphins nel 1995. Prima di Wade e Shaq. Prima dei Superfriends. Prima di Tim Hardaway e Alonzo Mourning. Successe quando Arison con un contratto da capogiro e potere assoluto convinse Riley a inviare le sue dimissioni al Madison Square Garden per traferirsi a South Beach.

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