lunedì 6 novembre 2017

I migliori tiratori da tre di sempre: Scott, Curry padre e il Grande Drazen

12 Dennis Scott: “3D” negli anni di Orlando era un devastante tiratore da tre, ovviamente funzionale alla presenza di Shaquille O’Neal in post basso e anche a quella di Penny Hardaway. Quando Orlando raggiunse la Finale NBA nel 1995, lui ebbe la miglior stagione al tiro con il 42.6% su 5.7 tentativi. L’anno dopo quando i Magic arrivarono alla finale di conference contro i Bulls delle 72 vittorie, lui tirò 7.7 triple di media con il 42.5%. Non è mai stato in forma fisica, ma è sempre stato un tiratore fortissimo. 
11 Drazen Petrovic: purtroppo non sapremo mai cosa avrebbe fatto nei successivi tre-quattro anni di carriera ai massimi livelli che lo attendevano quando trovò invece la morte in Germania su un autostrada. La sua carriera NBA è fatta di quattro stagioni, di cui tre oltre il 40% tra cui si registra il 45.9% da rookie, il 44.4% nel primo anno intero ai Nets, il 44.9% nel 1992/93 quando segnò 22.3 punti di media. In altre parole il suo 43.7% in carriera vale più di Klay Thompson che ha giocato un anno più di lui. A quei tempi non si tirava ancora tantissimo. Petrovic ha eseguito due triple di media a partita. Ma nelle ultime due stagioni ha avuto il 44.6%. Probabile lo attendesse una collocazione migliore di questa, da Top Five forse. 
10 Dell Curry: se fosse nato diciamo ai tempi del figlio sarebbe stato un altro giocatore come impatto. Lui ha avuto la sfortuna di giocare – specie all’inizio – +quando il tiro da tre era considerato un azzardo, un diversivo. Dell in 13 anni di NBA ha tirato da tre con il 40.2%, otto stagioni consecutive oltre il 40%, nove in un arco di 10 anni, una stagione da 47.6% a Milwaukee in cui finì primo in tutta la NBA. Il padre di Steph era un tiratore irreale in un’epoca in cui non era considerato così importante esserlo. Lo dimostra che in tutta la sua carriera non ha mai avuto un anno in cui ha tirato più da tre che da due e all’inizio il rapporto era di un tiro da tre ogni sei-sette da due. E Curry, ovviamente, non andava mai in lunetta (1.4 di media in carriera). In sostanza lo invitavano ad avvicinarsi a canestro quando era molto più efficace allontanandosi. Il prototipo del giocatore che il movimento analitico avrebbe valorizzato a dispetto delle idee dei tradizionalisti. (3-continua)


 

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