sabato 19 novembre 2016

Golden Times: prima di Klay c'era stato Mychal Thompson



Prima di Klay Thompson, molto prima di lui, c’era stato Mychal Thompson, il padre, un centro di 2.08 che avrebbe giocato anche a Caserta, nato e cresciuto a Nassau, la capitale delle Isole Bahamas. Con la famiglia si trasferì presto negli Stati Uniti, a Miami. Fu qui che conobbe il basket e diventò una star. La sua squadra del liceo, Jackson High, vinse 33 partite a zero nel suo ultimo anno a scuola. Purtroppo, quattro starters incluso Thompson erano accademicamente non eleggibili, tutti provenienti da Cuba o dalle Bahamas. La stagione sarebbe stata invalidata. Per Thompson sarebbe diventato un tema ricorrente.

Mychal scelse di andare all’università del Minnesota, passando dal sole al freddo in un batter di ciglia. Nel 1974, da freshman, pensò di mettersi in tasca qualche dollaro vendendo alcuni biglietti delle proprie partite come facevano in tanti. Non immaginava fosse un reato. In seguito l’avrebbero squalificato per sette gare. Mychal restituì tutti i soldi per dimostrare la propria buona fede ma era troppo tardi. Nel 1976 la NCAA colpì duro Minnesota. L’università rispose proteggendo Thompson e rifiutando le sanzioni. La NCAA rispose estendendole a tutte le squadre della scuola. Dopo l’anno da junior, Mychal ricevette una proposta contrattuale da 1.5 milioni dai Buffalo Braves della NBA. A quei tempi si poteva fare. Buffalo gli garantì la scelta. Lui rifiutò perché sentiva di avere un debito nei confronti della sua università che l’aveva difeso quando sarebbe stato molto più semplice scaricarlo. Tornò per una stagione da senior sensazionale e il giorno dell’ultima partita lo celebrarono ritirandogli la maglia numero 43. Nel 1978 fu scelto al numero 1 dei draft dai Portland Trail Blazers. E cominciò una carriera importante.

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