lunedì 5 dicembre 2016

NBA WEEK 6/ranking: gli Spurs sulle orme dei Warriors


1 GOLDEN STATE –Ha fatto rumore la sconfitta con Houston, arrivata dopo due tempi supplementari con la complicità - non decisiva - di un discutibile fallo in flagrante fischiato a Draymond Green. Ha un differenziale di +12.7 che fa impallidire le altre squadre. Segna 119 punti a partita.
2 SAN ANTONIO – Nelle ultime 10 è 9-1. Subisce 98.2 punti di media, meno di quanto succeda ai Clippers. Kawhi Leonard ha segnato tre volte negli ultimi 10 secondi il canestro del sorpasso.

NBA WEEK 6/the race for the MVP: uno sguardo ai Next 10

Questa settimana scorriamo brevemente i primi 10 e andiamo sui "NEXT" perché si possono scorgere molte cose interessanti.
1 RUSSELL WESTBROOK - E' il mondo di Westbrook. Primo nei tiri liberi segnati, tentati e nei tiri sbagliati...
2 JAMES HARDEN - Ha vinto contro i Warriors ed è primo nelle palle perse. Non è un pregio ma dimostra quante iniziative stia prendendo.

NBA WEEK 6/c: a Dallas conviene fare "tanking"?

 Mark Cuban ha negato che i Dallas Mavericks possano essere interessati a estrarre dal cilindro di questa stagione una sorta di "tanking job" per scegliere molto in alto nel prossimo draft e ricostruire. Cuban è abbastanza pratico e moderno da considerare l'opzione. Ed è abbastanza furbo da negare di averlo fatto. Ma i motivi addotti meritano un'analisi. Banale e scontato ricordare che perdere non assicura la prima o seconda chiamata. Lo è anche notare che per quanto quotato il prossimo draft non offra LeBron James o Shaquille O'Neal o Tim Duncan ovvero giocatori per i quali varrebbe la pena compiere qualsiasi sacrificio. Ma è molto interessante Cuban quando dice che giocare per non vincere sviluppa cattivi abiti nei giocatori. Fallo diventare uno status mentale e finisci per allevare giocatori perdenti che non saranno mai capaci di vincere.

NBA WEEK 6/b: quale futuro per DeMarcus Cousins?

DeMarcus Cousins diventerà free-agent nel 2018 +ma ci sono molti motivi per pensare che non arriverà a quel giorno con la maglia dei Sacramento Kings addosso. Cousins è il miglior giocatore nella NBA attuale che non abbia mai neppure sfiorato i playoffs. E a dispetto delle cifre - spesso esibite per ricordare quanto sia fortr Anthony Davis - che nel suo caso sembrano secondarie rispetto al temperamento o la reputazione, i falli tecnici o le dichiarazioni fuori luogo. Come quando ha ammesso che il suo sogno sarebbe giocare di muovo assieme a John Wall. E magari anche a Eric Bledsoe. Tutti e tre erano insieme a Kentucky. Tutti e tre andarono via dopo un anno. Tutti e tre furono prime scelte. Tutti e tre si sentono incompresi e giocano per squadre che probabilmente non giocheranno i playoffs e vanno costantemente monitorate sul mercato. Cercando i nomi di giocatori che potrebbero cambiare squadra a breve loro tre figurano ai primi posti. Cousins al primo.

NBA WEEK 6/a: il futuro è con Milwaukee e con Antetokounmpo

I Milwaukee Bucks sono decisamente in area playoffs in una Eastern Conference in cui solo le due squadre migliori sembrano definite, Cleveland e Toronto. I Bucks stanno lievitando ma soprattutto lo stanno facendo senza aver preso alcuna scorciatoia. Michael Beasley è stato firmato solo per sopperire ai sei mesi di assenza di Khris Middleton ma ha più spazio di lui il giovane Tony Snell, acquistato da Chicago anche se per ora il suo teorico tiro da fuori non si è visto (29%). Jason Terry è l'unico veterano ma la squadra è soprattutto nelle mani di Giannis Antetokounmpo, 22 anni. La seconda star della squadra è Jabari Parker che è del '94. I due migliori giocatori hanno 43 anni in due. Chi vive una situazione simile? In quintetto ci sarebbe Middleton che ha 25 anni (quanto è grave la sua assenza? Lo scorso anno aveva 18.2 punti e 4.2 assist per gara). Ha 25 anni anche Snell, ne ha 26 John Henson che ormai gioca anche centro.