mercoledì 6 dicembre 2017

New York Basketball Stories 2.0: la leggenda di Speedy Williams



Quando Manigault ottenne protezione dai gangster di Harlem per il suo campo da basket e fondò la Goat League in breve tempo le partite diventarono oggetto di scommesse tra bande di spacciatori che allestivano le loro squadre e “giocavano” a fare i proprietari. Erano un altro modo per provare a guadagnare dei soldi o far scorrere adrenalina nelle vene. Le leggende dei playground di quegli anni sono state in parte il prodotto di questa triste evoluzione. Il più famoso di tutti ironicamente si chiama James Williams ma il soprannome è Speedy.
Guardia, veloce, uno contro uno pazzesco, Speedy è cresciuto a Brooklyn. Giocava all’Evers College dove viaggiava a 24 punti di media. Lasciò stupidamente il college quando se ne andò il coach di fiducia, Nick Murphy, con il risultato di passare troppo presto alla CBA (una lega molto più che dignitosa, un po’ la D-league dell’epoca ma successivamente fallita), a Scranton in Pennsylvania dove comunque segnava 19 punti per gara. Di solito giocare bene nella CBA era il modo migliore per dirigersi verso la NBA ma per Speedy non fu così. Questione di fortuna o semplicemente di inadattabilità al gioco di squadra, di atteggiamento. Raccontano di un training camp vissuto con i Knicks in cui venne cacciato dopo aver “abusato” uno contro uno di Derek Harper, uno dei migliori difensori della Lega. Verità? Fantasia? Diciamo che comunque il gioco di squadra non era il suo forte, l’uno contro uno sì. Tutti sapevano anche che in estate era solito salire in macchina, risalire fino al Bronx e giocare nelle squadre gestite da spacciatori. Lo pagavano bene perché era in grado di garantire la vittoria e poi arrotondava i guadagni scommettendo e vincendo sfide esilaranti di uno contro uno. Secondo “Pick Up Artists”, uno dei migliori volumi sul basket di strada, fu anche coinvolto in una partita in cui ballavano 20.000 dollari. Vinceva chi avrebbe segnato per primo 100 punti. Fu lui a segnare il canestro decisivo. Poi se la diede a gambe perché l’atmosfera si era – diciamo – surriscaldata.
Speedy non ha mai smesso di giocare, anche alla soglia dei 50 anni: è transitato per i Magicians, poi gli Harlem Rockets, un’altra squadra di giro in cui può esibire il suo ball handling. In precedenza nel 2007, oltre i 40 anni, ha vinto il torneo di uno contro uno “Last Man Standing” con atto conclusivo al Madison Square Garden. Si è ripresentato per un tre contro tre e ha vinto anche quello da MVP. Il basket è un’altra cosa, le leggende no.


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