mercoledì 22 novembre 2017

Joel Embiid, il fenomeno chiamato Problema

Joel Embiid ha superato per la prima volta il minutaggio delle star anche se dopo ogni previsione sul suo futuro è normale collocare un asterisco. Dei primi tre anni di NBA ne ha saltati due e mezzo anche se magari l'estensione della sua assenza è stata accentuata dal legittimo e intelligente desiderio dei 76ers di proteggerlo fino ad esagerare. Troppe carriere di giovani star, soprattutto con la sua taglia fisica, sono state sbriciolate dagli infortuni. Bill Walton, Sam Bowie, Ralph Sampson in parte, Greg Oden. Sta giocando 29.2 minuti a partita.
Il suo rendimento è da candidato MVP: considerata l'esperienza di gioco (o generale visto che in Camerun il primo canestro l'ha segnato a 15 anni e stava per trasferirsi in Francia per giocare a pallavolo quando Luc Richard Mbah-a-moute lo convinse ad andare in America e dedicarsi al basket) è già questo un risultato incredibile. I Sixers - non solo grazie a lui, vedi Ben Simmons, il nuovo ricco Covington o l'addizione di JJ Redick - sono in zona playoffs e Luke Walton ha offerto di Embiid la definizione più semplice e corretta dopo che i suoi Lakers sono stati abusati dalla sua straordinaria completezza tecnica e fisica. Embiid - ha ammesso  - è un problema.
Il Problema dunque con la p maiuscola. Un giocatore di oltre sette piedi che spalle a canestro è immarcabile ma può uscire, tirare da fuori, giocare il pick and pop, mettere palla in terra e se raddoppiato passare la palla sul perimetro o ai taglianti come faceva Kareem. Un Problema. La presenza di Embiid elimina in automatico qualsiasi centro di posizione fragile nel difendere il pick and roll se non restando conservativamemte dentro l'area. Se per ipotesi assurda i Lakers avessero Shaquille O'Neal invece che Brook Lopez non potrebbero comunque marcarlo con efficacia. Potrebbero solo farlo lavorare di più in difesa e sottoporlo ad una battaglia fisica terrificante. Però di Shaq non ce ne sono, al massimo può dover fronteggiare Dwight Howard o Andre Drummond (che tra l'altro sta andando forte). Mettere su di lui un big man mobile e forte fisicamente significa esporsi al suo gioco interno. E raddoppiandolo equivale a esporsi alla sua abilità nel passare la palla, che sta crescendo. In ultima analisi, O'Neal veniva marcato spedendolo in lunetta ma Embiid è un tiratore di liberi eccellente. Ha il 74% per la stagione quindi commettere deliberatamente fallo può pagare solo evitando canestri sicuri. Non è un'opzione strategica percorribile.
Contro O'Neal non potendo fare nulla di più che mandarlo in lunetta (i Sixers affrontandolo in una finale con Dikembe Mutombo provarono a marcarlo uno contro uno senza fare fallo sistematico ma servì a poco anche se la differenza tra i due roster era abissale) si poteva tentare di approfittare a sua volta dei limiti come difensore sul pick and roll (opzione  da scartare nel caso di Mutombo) ma Embiid è anche un protettore del canestro notevole e abbastanza mobile da coprire enormi spazi difensivi. Con lui in campo i Sixers concedono 99.9 punti ogni 100 possessi, valore altissimo, da squadra difensivamente al top. È il miglior dato individuale dei Sixers.
Quindi è perfetto? Nessuno lo è ma la completezza di Embiid è ciò che ha suggerito la definizione di Walton. Sfidarlo a tirare da tre (24.4% contro un più inquietante 36% di un anno fa) da dove tende a premere troppo il grilletto è fattibile anche se non è necessariamente prudente e soprattutto non è detto che lui cada nel tranello. Generalmente si prova a inglobare la tattica difensiva in un contesto di squadra sapendo che l'uomo di Simmons (fantastico ma è un non tiratore) può raddoppiare senza scomporsi troppo (di qui la necessità di avere altri tiratori: il contratto di Redick è annuale). 
La soluzione migliore in verità è alla portata di pochi ovvero marcarlo uno contro uno con un giocatore che non vada sotto fisicamente in post basso (Draymond Green perché Rudy Gobert non può reggere l'isolamento a sette o otto metri dal ferro) e possa contenerlo sul perimetro oppure forzando l'accoppiamento con un giocatore che lo faccia lavorare tantissimo in difesa come un Kristaps Porzingis provvidenzialmente schierato da centro. O infine la "soluzione" migliore è avere Karl-Anthony Towns o Anthony Davis ovvero un sette piedi tuttofare come lo è lui.
Ma la verità è che tutto indica come Embiid - infortuni permettendo - sia destinato ad una carriera stellare e i Sixers ad un futuro roseo tenuto conto che non hanno ancora avuto nulla da Markelle Fultz e avranno spazio salariale per essere un fattore già la prossima estate. Simmons ed Embiid insieme oggi prima ancora dei soldi valgono un posto al tavolo di qualsiasi trattativa.

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