domenica 10 settembre 2017

Tracy McGrady: Hall of Famer o incompiuto?

Due volte è stato capo cannoniere della Lega. Sette volte è stato un All-Star. Una volta ha segnato 13 punti in 33 secondi, la sequenza di canestri che ne ha identificato la carriera. Ma allora perché Tracy McGrady ha dovuto spiegare i motivi per i quali la sua inclusione nella Hall of Fame va considerata meritata?
Tracy McGrady è stato un giocatore fantastico. Al top della carriera è stato forse la prima point-forward in grado di interpretare il ruolo senza sacrificare il proprio potenziale realizzativo. La combinazione fisico-talento di McGrady era l'unica paragonabile a quella di Kobe Bryant. Vince Carter era un gradino sotto. LeBron è arrivato dopo. Ma T-Mac era di quel livello.
Se parliamo di talento e picchi di rendimento McGrady è certamente un Hall Famer. Ma la Hall of Fame è una questione di talento? O va riservata a chi in carriera ha sfruttato questo talento per dare un senso compiuto alla sua storia?
McGrady non ha mai avuto la forza mentale, non è mai stato abbastanza duro e agonisticamente cattivo da diventare qualcosa di più di un bellissimo giocatore, un fenomeno da All-Star Game o da regular season. I giocatori come McGrady vanno nella Hall of Fame  ovviamente. La sua inclusione non è immeritata ma la sua carriera è stata paradossalmente, esagerando, uno spreco, una grande oper incompiuta.
McGrady non ha mai vinto un titolo ma non lo hanno vinto nemmeno Elgin Baylor e Karl Malone, Patrick Ewing e John Stockton, Chris Mullin, Dominique Wilkins e Allen Iverson. Ma McGrady non ha mai giocato una Finale, una finale di conference e non ha mai vinto una serie di playoffs (nel 2013 ha finito la carriera a San Antonio giocando una finale ma qui parlo di conquiste reali).
Quattro volte ha finito il primo round dei playoffs oltre i 30 di media. Se avesse avuto un supporto maggiore avrebbe superato il turno ma non è successo. Questo è lo standard utilizzato per giudicare gli Hall of Famers. Forse McGrady sarebbe stato valutato diversamente se fosse stato lo Scottie Pippen di Kobe. Ma scelse di andare via da Toronto perché la squadra apparteneva a Vince Carter. I suoi anni di Orlando sono stati i migliori e non è colpa sua se Grant Hill era sempre rotto a quei tempi. A Houston cominciò a rompersi anche lui. Fisicamente. Poteva vincere l'oro olimpico nel 2004 e rinunciò ad andare.
C'è sempre stata questa sensazione spiacevole, questo sospetto che fosse un fenomeno, un giocatore fantastico e tuttavia troppo poco cattivo, aggressivo per essere all'altezza del talento. Non so se McGrady abbia meritato la Hall of Fame. Per quanto l'abbia ammirato io non lo avrei votato. Ma non è mai stato all'altezza del proprio talento e lo trovo imperdonabile.

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