giovedì 28 settembre 2017

Carmelo Anthony: come giocherà a OKC

I Thunder dunque giocheranno small. Carmelo sarà l'ala forte della squadra almeno in condizioni usuali. Dovrà colpire dagli angoli a sostegno del pick and roll centrale Westbrook-Adams, da realizzatore secondario come è sempre successo in nazionale ma mai a Denver o New York. Dovrà diventare la miglior opzione in post basso.
Anthony come attaccante ha diverse dimensioni: tiro da fuori su scarico, gioco in post basso e uno contro uno dal palleggio soprattutto attorno al gomito della lunetta. Quest'ultima arma potrebbe diventare la più potente se usata con moderazione.
Teoricamente OKC non avrebbe  bisogno del Carmelo che ferma la palla o si costruisce da solo un tiro. Russell Westbrook si è guadagnato il diritto di essere quel giocatore. Ma come alternativa occasionale o nelle circostanze in cui Westbrook è in panchina - che un anno fa erano letali - la creatività nell'uno contro uno di Melo può fare la differenza tra un buon attacco e un grande attacco.
Naturalmente i Thunder funzioneranno nella misura in cui i Big 3 sacrificheranno tutti qualcosa. Nella stagione passata erano tutti tra i primi 20 della Lega nello "usage" ovvero nell'uso dei possessi. Westbrook usava il 41 percento dei possessi dei Thunder, un record. Paul George ha le caratteristiche di realizzatore secondario e grande difensore per sacrificare maggiormente le proprie qualità offensive. Ma deve farlo nell'anno in cui diventa free-agent normalmente il meno adatto per un certo tipo di atteggiamento. Poi c'è la questione difensiva dove Anthony deve riprogrammarsi e Westbrook mutare comportamento: lo scorso anno era comprensibile che usasse i possessi difensivi per rifiatare. Adesso non sarà necessario. Coach Billy Donovan lo limitava sotto i 35 minuti in stagione regolare. Quest'anno potrebbero diventare anche meno con Ray Felton come cambio e una squadra nettamente superiore. Carmelo ha rifiutato l'idea di partire dalla panchina ma il coach potrà gestire i riposi in modo da avere sempre uno dei Big 3 in campo, anche nel secondo quarto, anche alla fine del terzo, quasi sempre due dei Big 3. Rispetto ad un anno fa la differenza è abissale. (2-continua)

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