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mercoledì 23 agosto 2017

Kyrie Irving: il punto di vista dei Celtics

Kyrie Irving è il giocatore più fortunato del mondo: ha chiesto di lasciare i Cleveland Cavaliers quindi LeBron James e una squadra che ha giocato le ultime tre finali NBA, una richiesta che spesso finisci per rimpiangere per anni quando resti a settimane di distanza dal tornare su quel palcoscenico, e invece si è trovato a Boston. Ovvero la squadra più indicata per succedere a Est al ciclo dei Cavs.
La scommessa dei Celtics su Irving è evidente: sono certi che - liberato della presenza ingombrante di LeBron - Kyrie diventerà un giocatore NBA del primo livello, un point-man all'altezza di Steph Curry o Russell Westbrook, Chris Paul. E' possibile abbiano ragione: Irving ha solo 25 anni anche se da sei è nella NBA, ha già giocato tre finali (la prima solo parzialmente), è stato capace di segnare 40 punti in Finale, più di una volta, e nel suo curriculum c'è il canestro più importante della storia dei Cavaliers. E - ironia - della carriera di LeBron James, quello del titolo del 2016 in gara 7.
Irving non voleva più fare la spalla di LeBron e condannarsi magari a saltare un altro All-Star Game ma soprattutto non voleva legare la propria carriera alla decisione che prenderà LeBron tra un anno. Finendo a Boston, non ha neppure dovuto rinunciare a perseguire il titolo nella nuova stagione. I Celtics sono in grado di spodestare i Cavs e tornare in Finale.
Danny Ainge è stato esplicito: ha ceduto tanto per avere Irving e alla fine l'ha fatto perché ovviamente lo considera più importante di quello che ha concesso ai Cavs. Non credevo rinunciasse ad Isaiah Thomas perché è stato un po' come cedere l'anima della squadra. Ma come tutti i manager di oggi non ha lasciato spazio ai sentimenti. Non è possibile farlo.Thomas è un asset ma un asset di 29 anni e 1.75 di statura. Con problemi fisici che potrebbero impedirgli di giocare anche la partita di esordio della prossima stagione, il 17 ottobre, alla Q Arena contro... i Boston Celtics.
Thomas aveva quello che si dice un "friendly contract" da otto milioni in scadenza. E' pronto a fare cassa tra un anno. Ainge lo sapeva e lo capiva. Ma doveva rovesciare una montagna di meritati soldi su un giocatore di quasi 30 anni che si apprestava a entrare nella parte declinante della carriera. Era chiaro fin dall'inizio che il contratto in scadenza di Thomas avrebbe potuto diventare merce di scambio. Pensavo potesse essere propedeutico al lancio di Markelle Fultz o Lonzo Ball. Ainge ha fatto di più, prendendo un point-man pronto uso come Kyrie Irving.
Valutare i Celtics oggi è difficile: Al Horford è l'unico starter ad essere rimasto. Il quintetto teorico si presenta rinnovato per quattro quinti: Kyrie Irving, Marcus Smart, Gordon Hayward, Marcus Morris e Al Horford. Dalla panchina: Terry Rozier come cambio di Irving, Jaylen Brown e Jayson Tatum sono le star nascenti e uno dei due potrebbe anche sfondare subito. Tra i lunghi Guerschon Yabusele, Aron Baynes, poco d'altro. La profondità del settore va rivista.
La rinuncia a Thomas, Jae Crowder (dopo l'arrivo di Hayward chiaramente ridondante) e Ante Zizic è comprensibile, quella alla scelta dei Nets del 2018 lo è meno. Ainge ha sacrificato questo diritto senza protezione perché probabilmente era necessario farlo per sancire l'accordo. Ma è qui che l'ago della bilancia pende dalla parte di Cleveland, date le circostanze (ovvero data la determinazione di Irving di andare via subito). Se i Nets fossero ancora mediocri e dovessero avere di nuovo la scelta numero 1, Ainge avrebbe rinunciato ad un pick formidabile.
Ovviamente ha un paracadute: i Celtics comunque avranno la scelta dei Lakers se sarà tra la 2 e la 5 e comunque avrà in due anni ancora cinque prime scelte da effettuare. Però ha dato via moltissimo.
Lo scorso febbraio i Celtics potevano tentare di prendere Jimmy Butler e Paul George contemporaneamente. Pochi mesi dopo hanno Kyrie Irving e Gordon Hayward: nel complesso sono più giovani. Penso abbiano cambiato troppo e asciugato troppo il settore lunghi per essere già oggi più forti di Cleveland. Ma tutto questo dice che Ainge pensa di avere in Kyrie Irving una megastar, non solo un grande giocatore, e che tra Brown e Tatum verrà fuori la quarta star per fare la guerra ai Warriors molto presto. E andare avanti dopo.

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