lunedì 14 agosto 2017

American Way: Los Angeles in soccorso delle Olimpiadi

Los Angeles dovrà aspettare 11 anni per avere un'Olimpiade che avrebbe (quasi) potuto organizzare domani. Se c'è al mondo una città adatta ad ospitare le Olimpiadi questa è Los Angeles. Ha già il villaggio come nel 1984 grazie ai campus delle due grandi università locali (utilizzerà UCLA nel '28). Ha impianti virtualmente pronti che furono il grande segreto dell'edizione del 1984 quando le Olimpiadi erano sull'orlo dell'estinzione ma Los Angeles chiuse il bilancio in attivo di 225 milioni di dollari che servirono per finanziare lo sport di base e olimpico. Secondo Peter Ueberroth, il manager che guidò Los Angeles 1984, da quelle Olimpiadi proveniva il finanziamento più sostanzioso agli atleti americani di Rio 2016. 32 anni dopo quell'evento.

Le Olimpiadi del 1984 furono assegnate a Los Angeles perché nessun'altra città le voleva. Città del Messico nel 1968 fu sconvolta  alla vigilia dei Giochi da una strage passata alla storia. Di Monaco 1972 è superfluo parlare. Montreal 1976 pagò il boicottaggio dei paesi africani ma soprattutto i conti mandarono la città sul lastrico. Los Angeles ottenne i Giochi prima ovviamente che si diputasse l'edizione di Mosca 1980. A rendere tutto più complicato fu il boicottaggio del blocco americano che quattro anni dopo venne restituito da quello dei paesi dell'est. Non tutti ma quasi. Quindi furono giochi dimezzati per la seconda volta in quattro anni. La notizia era quella.
La gente di Los Angeles non li voleva. Temeva il tracollo economico e infatti furono i primi Giochi gestiti privatamente. Il traffico impossibile poteva mettere al tappeto una metropoli che non poteva neppure allora semplicemente fermarsi. Invece fu un'edizione clamorosa. Impianti pieni, incassi, entusiasmo. Il movimento olimpico è in debito nei confronti di Los Angeles. Oggi la gente di Los Angeles è ansiosa di riavere i Giochi e soffre solo pensando che dovrà attendere 11 anni anziché i rituali sette.
Sotto certi aspetti Los Angeles ha salvato i Giochi un'altra volta. Le pretendenti alle Olimpiadi del 2024 erano sparite una ad una inclusa Roma. Il duello Parigi-L.A. sarebbe stato uno spreco di risorse per questo il CIO ne è  venuto fuori con un'ideona. Far vincere ambedue le città prima di scoprire cosa sarebbe successo in vista del 2028 e ovviamente fiducioso che Los Angeles con i suoi impianti pronti comunque (sta arrivando lo stadio per il football a Inglewood e la città degli angeli ospiterà il Superbowl nel 2022 ma l'arena principale rimarrà il Memorial Coliseum come nel 1932 e nel 1984 ovviamente dopo un'operazione di make-up) e il prevedibile attivo di bilancio diventi ancora il miglior spot possibile per il movimento dei cinque cerchi.
Non dimentichiamo che la candidatura di Los Angeles per i Giochi del 2024 ha sanato anche un rapporto diventato complesso tra USA e CIO. New York a suo tempo era stata bocciata clamorosamente presentandosi senza un progetto approvato per lo stadio olimpico, osteggiato dal proprietario dei Knicks, Jim Dolan che non voleva a Manhattan impianti concorrenti al suo Madison Square Garden. Poi era stata bocciata Chicago. E Boston, candidata americana per il 2024, aveva ceduto alla pressione pubblica tirandosi indietro.
Prima che fosse troppo tardi Los Angeles - che è la città con il più alto numero di senzatetto d'America - ha salvato tutti sostituendola forte di un 88 percento di locali favorevoli. Non le resta che aspettare.

Nessun commento: