giovedì 5 ottobre 2017

Dove stanno andando i Lakers di Magic: Kyle Kuzma edition

I primi mesi di Magic Johnson alla guida dei Lakers non hanno prodotto fuochi d'artificio ma una serie di mosse prudenti e intelligenti (multa per tampering esclusa, un imbarazzante rookie mistake) che vanno ritenute promettenti perché consentono alla squadra di collocarsi in una posizione futura favorevole. Magic ha gli occhi puntati addosso: attualmente è in luna di miele con media e tifosi, in particolare perché lo è sempre stato, ma come executive è un debuttante e ha scelto come partner un altro debuttante. Rob Pelinka non è il primo agente a trasformarsi in general manager ma è il primo a farlo senza alcun periodo di apprendistato sotto coperta come ha fatto ad esempio Bob Myers a Golden State. Inoltre Jerry West passando ai Clippers ha fatto sapere con una punta di malizia che sarebbe stato felice di tornare al suo club ma in sostanza non l'hanno voluto. È normale che Magic non volesse una figura così forte alle spalle: West è una presenza forte ovunque ma ai Lakers lo sarebbe stato di più. Tuttavia questo aumenta la pressione.
La trade di Lou Williams - È stata la classica mossa impopolare ma necessaria. I Lakers hanno scambiato il miglior giocatore della squadra ma con scarsa futuribilità in cambio di una scelta di fine primo giro e un giocatore in scadenza di contratto. Hanno quindi realizzato una mossa futuribile togliendo alla squadra una risorsa importante per il finale di stagione in cui era importante perdere per evitare di smarrire la prima scelta del draft (sarebbe finita a Philadelphia se  non fosse stata una delle prime tre). Mossa complessivamente dovuta ma è importante che l'abbiano fatta. La conseguenza meno reclamizzata è cbe per accordi precedenti avendo scelto nel 2017 i Lakers daranno ai Sixers la prima scelta del 2018 ma si terranno quella del 2019 altrimenti destinata a Orlando. La mossa risulta oggi ancora più brillante perché i Lakers hanno estratto dallo scambio una prima scelta di fine giro e non era scontato. Sempre alla fine del primo giro, al 27, hanno preso Kyle Kuzma, un 4 tiratore atletico che ha stupito tutti in estate (MVP della finale della summer league di Las Vegas dove Lonzo Ball è stato MVP assoluto) e sta proseguendo in pre-season.
Lo scambio di D'Angelo Russell - È sempre rischioso scambiare un giocatore giovane nel suo contratto da rookie e con un potenziale non indifferente (15.6 punti di media) anche se Russell ha avuto comportamenti immaturi che ne hanno scorticato l'immagine. Ma era un sacrificio da fare per tanti motivi: aggiungere Russell era l'unico modo per convincere Brooklyn ad assorbire il contratto di Timofey Mozgov che i Lakers dovevano assolutamente eliminare per creare il massimo spazio salariale possibile l'estate prossima. Russell ha mostrato talento ma nel quadro di un gioco indisciplinato in attacco e debolissimo in difesa. I Lakers con la seconda chiamata potevano prendere un pari ruolo di Brandon Ingram o uno di Russell. Hanno scelto Lonzo Ball ed eliminato un potenziale motivo di attrito che ogni giorno avrebbe abbassato il valore di mercato di Russell o complicato il debutto di Ball. Ma soprattutto hanno cancellato il contratto di Mozgov. Anche questa è stata una mossa teoricamente perfetta. Perderebbe significato solo se Russell si rivelasse superiore alla lunga a Ball.
L'aggiunta di Brook Lopez - Lopez dota i Lakers di un veterano di classe, che ha sempre fatto canestro e nell'ultimo anno ha saputo farlo anche dall'arco (quasi il 35% su oltre cinque tentativi). È un rimbalzista mediocre e in fase di peggioramento (meno del 10% di rimbalzi catturati, la media carriera è del 12.7% già appena sufficiente). Lopez dovrebbe aiutare i Lakers a vincere qualche partita in più il che non guasta per uscire dalla mediocrità di questi anni e perché la prima scelta dei Lakers andrà ai Sixers o ai Celtics. Se sarà molto alta sarà umiliante. Ma ovviamente questo aspetto è secondario rispetto al contratto di Lopez da oltre 22 milioni che scade il prossimo 30 giugno. I Lakers pensano a questo, non ad altro.
La free-agency e KCP - Infatti tutte le mosse/offerte tentate dai Lakers hanno come unico obiettivo quello di proteggere lo spazio salariale. Da George Hill in poi hanno offerto solo contratti annuali. KCP, Kentavious Caldwell-Pope migliora la squadra nell'immediato ma anche lui è stato preso per un solo anno. L'obiettivo è prendere due star sul mercato del 2018 da affiancare ai tanti giovani di qualità che alleveranno. La guerra dei rumors è già cominciata e  coinvolge tutti, LeBron e Paul George, Carmelo, Dwyane Wade. Non è una strada facile soprattutto perché in un anno possono succedere - e succederanno - mille cose ma è l'unico modo per ritrovare competitività in tempi brevi. Magic e il suo carisma e Luke Walton un peso sul mercato potrebbero averlo.
La scelta di Lonzo Ball - Tutto sarà più facile se Lonzo Ball risultasse quel leader che dice di essere. Ball è un giocatore straordinario in campo aperto, con un tiro da tre brutto da vedere ma efficace. Ha problemi a chiudere al ferro e non è un difensore. In generale ci sono opinioni contrastanti sul suo potenziale. Ma i Lakers l'hanno ritenuto molto più alto di quello di D'Angelo Russell. È già indicativo. Ma la sua stagione da rookie avrà un peso anche sul mercato dei free-agent.

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