sabato 10 giugno 2017

Cleveland ha salvato orgoglio e dignità della Finale

Cleveland ha salvato orgoglio e pregudizio di questa Finale NBA impedendo ai Warriors di diventare la prima squadra di sempre a chiudere la post-season senza sconfitte. Lo scorso anno fu la prima squadra della storia a vincere una Finale da 1-3, adesso proverà ad essere la prima di sempre a vincere una serie di playoffs da 0-3. Ma per imporsi in gara 4 ha dovuto giocare una partita irreale, forse irripetibile. Ha segnato 49 punti nel primo quarto (196 punti proiettati su un'intera gara!), 86 nel primo tempo (172 sui 48 minuti). Nel primo quarto ha sbagliato sette tiri liberi tirandone 22: è l'unico difetto di una prova offensivamente assurda. Golden State è morta nel quarto periodo in cui ha sbagliato a raffica da tre punti, anche tiri aperti. Ma fino a quando ha pensato di poter vincere - diciamo dopo i primi due o tre possessi del quarto periodo - aveva giocato una partita in attacco da Golden State. Non perfetta, anzi, ma di qualità (68 punti all'intervallo: in condizioni normali sarebbe stata avanti in doppia cifra). Sintetizzando si potrebbe dire che Cleveland, non riuscendo a fermare l'attacco dei Warriors, in particolare quell'aspetto di immarcabile efficacia e creatività portato da Kevin Durant, ha battuto Golden State giocando a chi sarebbe riuscito a segnare di più. Impensabile riuscirci quattro volte su  sette (e adesso quattro volte su quattro) ma in questa partita ha funzionato. E' stato così perché per una volta alla consueta prova di Kyrie Irving e LeBron James, si sono aggiunte le prestazioni delle seconde linee e quella balistica di Kevin Love. JR Smith, Richard Jefferson sono stati eccellenti, Deron Williams almeno un paio di canestri li ha fatti, Kyle Korver è troppo poco atletico per questa serie ma ha messo anche lui un canestro da tre e finalmente Tristan Thompson ha giocato con la sua tradizionale intensità sotto canestro, a rimbalzo offensivo probabilmente l'unica area debole dei Warriors come avevano in parte dimostrato i Thunder un anno fa (ora Durant è sulla Baia ma in parte il difetto resta, anche perché Andrew Bogut era un protettore migliore di Zaza Pachulia).

Non direi ancora che la serie si è riaperta, a meno che i Warriors non sentano improvvisamente la pressione di una situazione familiare: erano 3-1 con gara 5 in casa anche un anno fa e Kevin Durant era 3-1 con OKC sui Warriors, sempre un anno fa. Le condizioni sono diverse, perché Steph Curry sta meglio (anche se gara 4 è stata la sua peggiore) e c'è Durant e Draymond Green ha cercato di farsi sospendere ma non c'è riuscito. I Warriors hanno obbligato Cleveland pur in una serata storica a giocare fino in fondo e questo è un aspetto quasi sempre ignorato ma importante.
La qualità offensiva della partita potrebbe sembrare favorita dalle difese: ci sono stati sicuramente molti errori, ma l'intensità non è mai scesa. Qui abbiamo due dei migliori attacchi della storia, per motivi diversi, e sono loro ad aver fatto la partita. Kyrie Irving è sottovalutato perché LeBron socura tutti, perché ha un tiro da tre lievemente discontinuo, perché per essere un point-man è un po' troppo attaccato alla palla, ma pochi giocatori a questi livelli sono stati capaci di giocare come ha fatto lui in queste due Finali, inclusa gara 3 in cui non aveva segnato da fuori. In rapporto alla taglia fisica, è il migliore di tutti a chiudere al ferro, conosce gli angoli del tabellone e sa rimbalzare dentro l'area come una pallina da flipper.
Se non perde la testa (è innegabile che in gara 5 la pressione sui Warriors sarà fortissima) Golden State vincerà il titolo lunedì notte e il 4-1, la prova dei Cavs in gara 4, daranno un senso ancora più forte alla vittoria, perché Cleveland con i suoi difetti ha legittimato il proprio valore. E' una squadra che non ha aggiunto giocatori determinanti rispetto alla prima di queste tre finali ( e se Mozgov nel basket moderno sarebbe stato comunque superfluo, la perdita di Dellavedova non è da ritenere del tutto indolore visto che Deron Williams e Kyle Korver qui sembrano figure davvero marginali).
Gara 4 è stata ai limiti dell'inarbitrabile. Come succede sempre, quando una serie si allunga il livello di reciproca sopportazione scende. Di qui i sette falli tecnici, tanti interventi duri e anche pericolosi, il flop del tecnico a Steve Kerr erroneamente attribuito a Draymond Green nel primo tempo con equivoco successivo, schermaglie, tanto instant-replay, un colpo proibito da terra di Pachulia ad Iman Shumpert. Questi sono i particolari imprevedibili che rendono ogni serie pericolosa fino alla fine. Pensavo che dopo lo sforzo sovrumano ma punito di gara 3 i Cavaliers potessero mollare, invece il livello di energia è stato spettacolare e all'inizio ha travolto i Warriors che non erano altrettanti preparati emotivamente. Quando sono entrati nel clima agonistico erano indietro, costretti a inseguire. 

Nessun commento: