giovedì 30 marzo 2017

Lo scouting miracoloso dei San Antonio Spurs

Lo scouting - La prima operazione di Gregg Popovich agli Spurs fu chiamare RC Buford come responsabile dello scouting ma di fatto l'ex assistente di Larry Brown a Kansas diventò il vero general manager del club nel momento stesso in cui Popovich assunse la carica di capo allenatore. Nel 2002 il suo ruolo è stato certificato. Buford ha messo al  segno numerose, brillanti operazioni di mercato, alcune già citate. Vedi lo scambio per Kawhi Leonard, ovvero l'apoteosi della sua carriera. O la firma di free-agent funzionali o addirittura decisivi come LaMarcus Aldridge o Pau Gasol per citare gli ultimi.

martedì 28 marzo 2017

Continuità, coaching e Kawhi Leonard tra i segreti degli Spurs

La continuità e il coaching - Gregg Popovich è stato allenatore e di fatto il leader della franchigia per tutta la durata dell'era Duncan. In questi venti anni gli Spurs hanno affinato la loro organizzazione ed efficacia. Laddove Duncan era stato preso con un colpo di audacia e fortuna, le successive star sono arrivate grazie alla qualità dello scouting e la programmazione.

Spurs, analisi di una dinastia fortunata

La fortuna - Ovviamente la fortuna va aiutata. Nel 1996/97 gli Spurs hanno fatto tanking elegante quando la pratica non era ancora di moda. L'ho ricordato altre volte: David Robinson giocò solo sei partite, Sean Elliott venne fermato per motivi di salute e una squadra da 50 vittorie facili venne relegata in Lotteria.

lunedì 27 marzo 2017

L'interminabile dinastia degli Spurs: l'analisi

I San Antonio Spurs hanno superato la soglia delle 50 vittorie, che nella concezione NBA rappresenta l'eccellenza assoluta, per il 18° anno consecutivo. Il segnale è fortissimo perché nessuno aveva mai avuto una striscia così lunga e poi perché è il primo anno che questo avviene senza Tim Duncan, il volto della franchigia dal 1997 al 2016 ininterrottamente. Siamo persino oltre il livello di dinastia. In questo arco di tempo i Lakers hanno vinto gli stessi titoli (cinque) e giocato una Finale in più (sette contro sei) ma qui parliamo di una costanza di rendimento sconvolgente.

giovedì 23 marzo 2017

Perché Russell Westbrook sta riscrivendo la storia (All in One)

Russell Westbrook ha completato un'impresa che dal 1962 non era mai stata realizzata. Nella storia solo Oscar Robertson è riuscito a viaggiare in tripla doppia nell'arco di una stagione intera. I Cincinnati Royals quell'anno vinsero 43 partite. I Thunder ne hanno vinte di più. 
Eppure la stagione di Westbrook è oggetto di discussioni, è analizzata nei minimi dettagli, è fin troppo analizzata. Con il risultato che Russell potrebbe fare qualcosa che non è mai riuscita a nessuno dei grandi che avrebbero potuto provarci, Magic Johnson, Larry Bird, Michael Jordan, Tracy McGrady, Penny Hardaway o LeBron James, ma non vincere ugualmente il trofeo di MVP. 

mercoledì 22 marzo 2017

Golden Times: la battaglia di Steve Kerr contro la propria schiena


Il dolore alla schiena era sempre più presente. Steve Kerr ne era cosciente. Ma erano i giorni dei playoffs. Giorni intensi, così intensi che non c’era nemmeno tempo di realizzare quanto stesse male. Poi durante gara 5 della Finale eseguì un movimento strano, brusco, sull’onda emotiva del gioco. Avvertì una fitta tremenda, una coltellata. E il dolore rimase. Non andò via.

domenica 19 marzo 2017

La nascita del "Death Line-Up" dei Warriors nei playoffs del 2015


...Ron Adams, il guru della difesa nello staff di Kerr, suggerì dopo gara 2 di utilizzare Andrew Bogut su Tony Allen, una guardia, trattandolo come se fosse un centro. In quasi tutti gli assetti difensivi, il centro permette al suo avversario di ricevere palla lontano dal canestro in posizione frontale da dove non è una minaccia. Questa posizione permette di fatto alla difesa di mantenere il presidio dell’area e quando la palla cambia mano, se un esterno riesce a entrare, trova la zona congestionata.

venerdì 17 marzo 2017

Abbiamo già visto Westbrook: nel 1989 si chiamava Michael Jordan

È curioso che parlando di Westbrook raramente vengano menzionate qualità tecniche mentre  quasi sempre si parla di questioni fisiche e atletiche. Cosa fa davvero al top Westbrook?

mercoledì 15 marzo 2017

La storica unicità di Russell Westbrook

Russell Westbrook sta per completare un'impresa che dal 1962 non era mai stata realizzata. Nella storia solo Oscar Robertson è riuscito a viaggiare in tripla doppia nell'arco di una stagione intera. I Cincinnati Royals quell'anno vinsero 43 partite. I Thunder ne vinceranno di più.

martedì 14 marzo 2017

Barnes e Green in quintetto: la "Mossa" di Kerr


Fu chiaro fin dall’inizio. Non ci furono dubbi. I Warriors erano pronti. La mossa di Kerr, Barnes in quintetto al posto di Iguodala, venne accolta nel modo corretto da ambedue i giocatori, mentre l’infortunio di David Lee passò semplicemente inosservato. Con Draymond Green in quintetto, recuperato Marreese Speights, i Warriors cominciarono la stagione 2014/15 con 10 vinte nelle prime 12 gare. Tra metà novembre e metà dicembre vinsero 16 partite di fila. Mai successo nella storia della franchigia. Sul 21-2, era già chiaro quale sarebbe stata la squadra da battere. Vinsero 19 gare di fila in casa e quando toccarono la vittoria stagionale numero 60 quella rappresentò anche il nuovo record di franchigia. Il massimo fino ad allora era stato di 59 successi. I Warriors sarebbero arrivati a 67.

lunedì 13 marzo 2017

Paul George quale futuro tra Indiana, Boston e Lakers?


Paul George è stato uno dei grandi protagonisti mancati dell'ultima trade deadline. Ma il suo futuro resta di grande attualità. George può diventare free-agent nel 2018. In pratica entra nell'ultimo anno di contratto, il periodo in cui si svelano le carte. Essendo stato sull'orlo dello scambio già a febbraio lo sarà ancora di più a giugno in prossimità del draft o subito dopo. Qualora non succeda nulla diventerà un caso ossessionante entro la prossima deadline.

sabato 11 marzo 2017

Perché ora Dallas ha un futuro promettente

La grandezza di Dirk Nowitzki non è solo nei 30.000 punti segnati in carriera: solo cinque giocatori hanno fatto meglio. Nowitzki ha speso tutta la sua carriera nella stessa squadra e anche questa è un'impresa. Giocherà ancora un anno. È stato forte, incredibilmente longevo e superbamente preparato. Finirà di giocare a 40 anni senza aver mai subito infortuni seri, significativi. Non è stato il primo o l'unico MVP non americano (Tim Duncan, Steve Nash). Non è stato il primo MVP della Finale prodotto dal sistema europeo (Tony Parker). Ma Duncan e Nash hanno giocato quattro anni al college. Parker è figlio di un ex giocatore americano e ha respirato la cultura del playground nelle sue estati a Chicago. Nowitzki è arrivato a Dallas nel 1998 quando gli europei non erano ancora stati sdoganati come potenziali uomini franchigia.

mercoledì 8 marzo 2017

Golden State e Cleveland: la strada verso la Finale e le trappole

Nella storia della NBA non è mai successo che le stesse due squadre si siano affrontate in tre edizioni consecutive della Finale. Basta questa statistica per suggerire prudenza prima di dare per scontata la terza battaglia tra Golden State e Cleveland anche se tutto spinge verso questa direzione. In modi differenti.

martedì 7 marzo 2017

Los Angeles Lakers: come e più di un reality



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(AGGIORNAMENTO) Luke Walton non vorrebbe abbracciare la teoria del "tanking" selvaggio perché creerebbe una sorta di cultura della sconfitta che alla lunga non paga. Ma i Lakers non sono abbastanza forti per i playoffs mentre sono abbastanza scarsi da finire comunque lontanissimi dalla zona che conta quindi servirebbe solo un "aiutino". Che piaccia o no il "tanking" funziona. Le nuove regole che dovrebbero favorire la permanenza delle grandi stelle nelle loro squadre originali potrebbero risolvere un problema e crearne un altro: se i draft sono l'unico modo per procurarsi un grande giocatore, il "tanking" diventerà inevitabile per salire a certi livelli. La cessione di Lou Williams che segnava oltre 18 punti di media ha tolto a Walton ogni chance di vincere in modo consistente. Triste ma vero, inevitabile e condivisibile.

Golden Times: la resurrezione di Shaun Livingston


Il 26 febbraio del 2007 quando giocava per i Los Angeles Clippers, Shaun Livingston non si aspettava che di lì a poche ore il suo primo problema sarebbe stato imparare a camminare. Di nuovo. A 21 anni. 

lunedì 6 marzo 2017

Il riscatto di Washington ma cosa c'è dietro il quintetto?

I Washington Wizards comandano la loro division, hanno eccellenti chance di conquistare il vantaggio del fattore campo nel primo turno dei playoffs, non sono distanti dai Celtics e i Raptors, che li inseguono, sono alle prese con l'infortunio di Kyle Lowry. Quindi tutto punta nella direzione giusta.

venerdì 3 marzo 2017

Golden Times: l'assunzione di Steve Kerr


Steve Kerr si presentò al colloquio per l’assunzione sfoggiando una presentazione di sé stesso in power-point. Il titolo “Perché è il momento giusto per diventare capo allenatore”. Nella presentazione Kerr indicò vari motivi, idee, strategie, anche sui Golden State Warriors. Il miglior strumento di convincimento era il suo passato. Non tanto da giocatore e forse neppure da telecronista, piuttosto l’esposizione ricevuta presso molti dei più grandi coach della sua era. Lute Olson al college, Phil Jackson e Gregg Popovich nella NBA. Quando parti con questi maestri, sei già avanti. E infatti molte delle idee di Kerr erano o sono diretta emanazione dei suoi mentori. Ad esempio intervallare le sedute video proposte ai giocatori con spezzoni di film o clip autoironiche: Phil Jackson allo stato puro.