A 65 anni di età Mike D’Antoni si gioca a Houston
probabilmente l’ultima chance di portare a termine un ultimo grande progetto
nella NBA. I Rockets sono una “first-class organization”, determinati a
vincere, strutturati, moderni. Il general manager Daryl Morey è un fanatico
delle statistiche avanzate, a suo modo un precursore. Ha impostato tutta l’organizzazione
su queste convinzioni con risultati che finora sono stati buoni anche se non ottimi.
Il massimo è stato una finale di conference persa 4-1 contro Golden State nel
2015. L’ultimo anno è stato un passo indietro, nei risultati, nello sviluppo
del sistema, nella credibilità.
I Rockets hanno sempre avuto stabilità sotto la leadership
del proprietario Les Alexander. Rudy Tomjanovich è stato l’allenatore dei due
titoli. Poi ci sono stati Jeff Van Gundy, Rick Adelman e Kevin McHale. Tutti al loro posto
per almeno quattro anni. Van Gundy per settimane è stato considerato il grande
favorito: aveva lasciato un buon ricordo e il lavoro televisivo ha incrementato
la sua popolarità. Ma alla fine, dopo una lunga lista di candidati “intervistati”
ha vinto D’Antoni.