lunedì 5 dicembre 2016

NBA WEEK 6/b: quale futuro per DeMarcus Cousins?

DeMarcus Cousins diventerà free-agent nel 2018 +ma ci sono molti motivi per pensare che non arriverà a quel giorno con la maglia dei Sacramento Kings addosso. Cousins è il miglior giocatore nella NBA attuale che non abbia mai neppure sfiorato i playoffs. E a dispetto delle cifre - spesso esibite per ricordare quanto sia fortr Anthony Davis - che nel suo caso sembrano secondarie rispetto al temperamento o la reputazione, i falli tecnici o le dichiarazioni fuori luogo. Come quando ha ammesso che il suo sogno sarebbe giocare di muovo assieme a John Wall. E magari anche a Eric Bledsoe. Tutti e tre erano insieme a Kentucky. Tutti e tre andarono via dopo un anno. Tutti e tre furono prime scelte. Tutti e tre si sentono incompresi e giocano per squadre che probabilmente non giocheranno i playoffs e vanno costantemente monitorate sul mercato. Cercando i nomi di giocatori che potrebbero cambiare squadra a breve loro tre figurano ai primi posti. Cousins al primo.
Da quando è a Sacramento è stato allenato da sei coach. Con tutti o quasi ha avuto scontri. George Karl aveva chiesto di cederlo. Shaquille O'Neal che  ha una piccola quota dei Kings l'ha criticato pubblicamente. L'organizzazione è ambiziosa. Vivek Ranadive il proprietario non ha limiti. Il Golden 1 Center appena inaugurato è un impianto strepitoso. Ma non c'è ancora un indirizzo filosofico preciso. Dave Joerger il nuovo coach è rispettato e ha alle spalle un'esperienza eccellente a Memphis. Cousins alle volte è indisponente o pigro, polemico ma di estremo talento. È il poster-boy dell'ultimo libro di John Calipari: allenare talento estremo. Segna 28.7 punti per gara con 10.4 rimbalzi. L'ultima cifra indica un calo. Ma al tempo stesso Cousins è un centro fisico che gioca sia dentro che fuori. Tira da tre con il 39%. Quale centro ha cifre migliori? Eppure Vlade Divac, bandiera del club, general manager, ha scelto un centro dopo l'altro nel draft (Willie Cauley-Stein e Skal Labissiere che è un mezzo 5 tra l'altro vengono da Kentucky anche loro) e la cosa non ha aiutato. Quando lo scorso giugno la prima scelta venne spesa per il greco Papagiannis, Cousins ricorse a Twitter e a due mani giunte in preghiera per chiedere a se stesso pazienza. Ma non può durare ancora molto. Ecco altre quattro situazioni da tenere d'occhio.
BROOK LOPEZ - È nella fase migliore della sua carriera. Ha aggiunto il tiro da tre al proprio arsenale e per quanto sia un normale rimbalzista (quest'anno solo 5.3 a partita) e un modesto difensore ha decisamente qualità di spessore. Segna 19.9 punti ma è sotto i 27 minuti, minimo in carriera. Il contratto scade nel 2018. Significa che può essere scambiato in tempi brevi con i Nets che cercheranno di recuperare le due prime scelte girate incautamente ai Celtics.
EVAN TURNER - Per ora a Portland non ha funzionato e i 70 milioni sono pesanti. In una squadra già dotata di Damien Lillard e CJ McCollum la sua presenza è sempre stata ridondante. Molti sospettano che il piano fin dall'inizio fosse quello di cederlo per un giocatore interno più funzionale alle esigenze dei Blazers che sul perimetro hanno anche Allan Crabbe. Tuttavia il suo deludente rendimento non aiuta il reperimento di estimatori.
NERLENS NOEL/JALHIL OKAFOR - Sono tutti e due sul mercato perché non ha senso che Philadelphia vada avanti con tre centri. Intoccabile Joel Embiid uno dei due farà da polizza assicurativa e l'altro sarà scambiato. Ma Noel è fuori per infortunio e comunque Bryan Colangelo non vuole svendere. Quindi non è detto che la vicenda si sblocchi rapidamente.
ENES KANTER - Il turco è uno dei migliori attaccanti di post basso della Lega (60.2% nel tiro da due) e un superbo rimbalzista offensivo. Ma la partenza di Kevin Durant e la carenza di spazio nell'attacco dei Thunder ha reso ancora più problematica la sua coesistenza con Steven Adams. Di fatto è un cambio da 19 minuti per gara. Il migliore della Lega. Ma i Thunder lo sacrificherebbero subito per un'ala piccola con punti nelle mani e tiro. Si tratta di aspettare l'occasione. Diventa free-agent nel 2018 se non esercita l'opzione per il 2019.

FROM "NEW YORK BASKETBALL STORIES 2.0"
Lance Stepehenson e Coney Island.


"La storia di Stephenson non è tanto diversa dalla tipica storia di Coney Island. Aveva 16 anni quando cominciò a sentirsi dire di essere il più forte di tutti, un predestinato. In realtà Lance era soprattutto l’ultimo giocatore cresciuto sui campi d’asfalto di New York ad avere le qualità e forse anche il carattere per non fermarsi prima di arrivare al traguardo. Andò a Lincoln e nel 2009 la scuola diventò la prima di sempre a vincere per quattro anni di fila il titolo delle scuole pubbliche. Stephenson ha vinto tutti quei quattro titoli e ha superato Telfair come primo realizzatore di sempre nei licei di New York. Ma nel frattempo aveva già avuto la sua razione di problemi fuori del campo: fu accusato anche di molestie nei confronti di una ragazza di 17 anni e dovette dichiararsi colpevole anche se di un reato minore. Andò a giocare a Cincinnati ma rimase solo un anno, poi si dichiarò per i draft NBA senza essere – ironicamente - pronto. Era già abbastanza fisico da avere un impatto difensivo ma non in attacco. Sperava di andare ai Knicks, probabilmente è meglio che non sia finito a New York".
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LOOKING LIKE TINY ARCHIBALD
Nate “Tiny” Archibald è stato l’unico giocatore della storia a vincere nello stesso anno la classifica dei marcatori e degli assist. Westbrook e Harden hanno la possibilità di imitarlo.


Giocatore Ppg Apg
Russell Westbrook 2° (-0.4) 2° (-0.6)
James Harden 4° (-3.2) 1° (+0.6)


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