venerdì 21 ottobre 2016

NBA Preview: Portland l'emergente con Stotts al volante



Un anno fa i Portland Trail Blazers erano considerati una squadra in fase di totale ricostruzione dopo la dipartita fa free-agent del miglior giocatore della squadra e di uno dei veterani più affidabili. Ma la perdita di LaMarcus Aldridge e Wes Matthews ha permesso a Damian Lillard di diventare istantaneamente uomo franchigia e stella emergente della Lega. Lui e CJ McCollum formano adesso una delle combinazioni offensive più intriganti ed esplosive soprattutto guardando al potenziale.
Anziché ricostruire Portland ha scoperto di essere già avviata verso l'elite della Lega. È vero che la serie vinta con i Clippers è stata pesantemente condizionata dagli infortuni di Chris Paul e Blake Griffin ma sarebbe superficiale dire che siano stati l'unico fattore determinante così come è legittimo riconoscere ai Blazers di essere stati competitivi anche contro i Golden State Warriors.
Qualsiasi velleità di ricostruzione è stata ovviamente abbandonata. Lillard è una guardia al top della Lega non tanto distante da Stephen Curry e Russell Westbrook che rappresentano il metro di paragone per tutte le guardie esplosive e dominanti nella Western Conference a cui forse dovremmo aggiungere James Harden.
McCollum in estate ha firmato un contratto da 106 milioni di dollari in quattro anni dopo essere passato da 6.8 a 20.8 punti per gara giocando da spalla di Lillard. Immaginando che i Blazers non avrebbero pagato tutti, i Brooklyn Nets avevano pensato di poter portare via Allen Crabbe. I Blazers hanno pareggiato l'offerta da 75 milioni circa in quattro anni (per un giocatore da 10.3 di media) e aggiunto per 70 milioni Evan Turner così componendo una struttura di quattro esterni che forse è la più profonda dopo quella dei Warriors. È chiaro che sono una squadra top-heavy sul perimetro.
Sottovalutato in questo contesto è l'allenatore. Terry Stotts ha 59 anni anche se ne dimostra molti meno ed è arrivato al vertice tardi. Come assistente di George Karl ha allenato in una Finale NBA a Seattle e ha vinto un titolo a Dallas nel 2011. È stato capo ad Atlanta e Milwaukee ma per periodi limitati. È anche uno dei più convinti seguaci del movimento analitico. Lavora per evitare i tiri dalla media e concederli agli avversari. Nessuna squadra è mai abbastanza ricca di tiratori. Stotts ha avuto una parte storica nel campionato italiano. Lo ricordano in pochi ma fu il primo straniero tagliato della storia.
Fino al 1980 gli stranieri erano... per sempre ovvero per tutta la stagione. Il mercato era chiuso. Se sbagliavi le conseguenze erano permanenti. Gli infortuni erano catastrofici. Ma dalla stagione 1980/81 venne consentito il cambio di uno dei due stranieri entro una data stabilita. Cantù aveva scelto accanto a Bruce Flowers un tiratore incredibile, appunto Terry Stotts.
Tuttavia Cantù non aveva bisogno di un giocatore come lui con una batteria di esterni che contava già su Antonello Riva e Giorgio Cattini e il povero Denis Innocentin. Valerio Bianchini dovette ammettere l'errore è cambiare Stotts con il bizzarro ma enorme talento di Tom Boswell. Vinse scudetto e Coppa delle Coppe. Stotts diventò il primo taglio a stagione in corso della storia anche se poi rimase in giro una decina di anni, mai più però in Italia. Oggi è coach apprezzato e ha in mano un gioiello di squadra.

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