lunedì 31 ottobre 2016

NBA WEEK: Westbrook stratosferico, i rookie di Toronto, Avery Bradley



Russell Westbrook è una minaccia di tripla doppia costante. In tre partite ha segnato 116 punti, ha realizzato due triple doppie e ne ha sfiorata una seconda. Sì, sta viaggiando in tripla doppia media e lo sta facendo segnando oltre 38 punti a partita. Anche se il calendario l'ha aiutato. Anche se i Thunder mercoledì prossimo giocheranno a Los Angeles contro i Clippers e poi ci sarà la madre di tutte le partite. Westbrook contro Durant. Giovedì a Oakland. E dopo sarà più facile fare i conti. Per ora sono spaventosi. Le statistiche ricordano anche che è sempre stato primo o secondo nella NBA in punti segnati in contropiede per gara in ognuna delle ultime quattro stagioni. E che praticamente senza Durant in campo due anni fa segnò oltre 30 punti di media. Promette di fare di più questa volta.

sabato 29 ottobre 2016

Golden Times: gli Eroi del 1975



Nel 1974 i Warriors non riuscirono neppure a qualificarsi per i playoffs. Le ultime scelte dal draft si erano rivelate fallimentari e molte di esse avevano preferito i soldi facili della ABA. Nei mesi precedenti, Cazzie Russell, un veterano con tanti punti nelle mani che aveva giocato nei Knicks, lasciò la squadra per andare ai Lakers. Nate Thurmond, l’uomo franchigia, la montagna nera dei rimbalzi era stato scambiato a Chicago. I Warriors non stavano ricostruendo perché all’epoca il concetto non esisteva e poi avevano con il numero 24 Rick Barry. Nel 1972 era tornato dai quattro anni di esilio nella ABA ed era al top della condizione. “Mi accorsi fin dal training camp che – contro tutti i pronostici - avevamo una squadra speciale”, disse Barry che tra l’altro trovò subito grande feeling con il nuovo centro giunto da Chicago, Clifford Ray. Sarebbe diventato un suo grande amico.

venerdì 28 ottobre 2016

NBA Notes: Atlanta sta riscoprendo Tim Hardaway jr.


Tim Hardaway jr. ha avuto una carriera universitaria abbastanza buona a Michigan da permettergli di entrare nella NBA dal primo giro. Ha fatto tre anni da protagonista accanto a Trey Burke. Ai tempi lui e Burke erano il miglior back-court a livello di college. È stato anche primo quintetto della Big Ten nel 2013 e dopo aver segnato 12 punti contro Louisville perdendo la Finale NCAA si è dichiarato in anticipo per i draft NBA. E New York l’ha chiamato al 24.

giovedì 27 ottobre 2016

NBA Notes: Trust the Process, Joel Embiid alla Michael Jordan



E’ come se i Philadelphia 76ers potessero schierare nella stessa stagione due “numeri 1” del draft. Joel Embiid non lo è stato solo perché i problemi fisici (piede destro) che gli avrebbero fatto saltare due intere stagioni erano stati interpretati come “terrorizzanti” ovviamente. In realtà con Ben Simmons fermo per infortunio alcuni mesi, i Sixers devono “accontentarsi” di vedere in campo solo Embiid. Ma è un bel vedere.

mercoledì 26 ottobre 2016

Golden Times: c'erano una volta i Philadelphia Warriors



In origine erano i Philadelphia Warriors ovviamente parte di una NBA primordiale nella quale la costa occidentale poteva tranquillamente essere equiparata a Marte per quel che contava. Wilt Chamberlain veniva da Philadelphia, dalla Overbrook High School e dopo aver lasciato l'università del Kansas e gli Harlem Globetrotters entrò nella NBA nella squadra che deteneva i suoi diritti territoriali come accadeva in un'epoca in cui un prodotto locale poteva in effetti spostare gli equilibri delle presenze sugli spalti. Chamberlain fece 100 punti in una sola gara. 

sabato 22 ottobre 2016

Golden Times: Steve Kerr Story



“Perché piangeva Lute Olson?” Il coach tutto d’un pezzo dell’università dell’Arizona, un duro, li aveva svegliati tutti di soprassalto nel cuore della notte. Olson era al primo anno da head coach e nessuno sapeva se avesse qualche trucco, qualche missione speciale nascosta nella manica. Era entrato nel dormitorio e aveva intimato a tutti i giocatori di vestirsi e andare nella stanza di Steve Kerr. Subito!

venerdì 21 ottobre 2016

NBA Preview: Portland l'emergente con Stotts al volante



Un anno fa i Portland Trail Blazers erano considerati una squadra in fase di totale ricostruzione dopo la dipartita fa free-agent del miglior giocatore della squadra e di uno dei veterani più affidabili. Ma la perdita di LaMarcus Aldridge e Wes Matthews ha permesso a Damian Lillard di diventare istantaneamente uomo franchigia e stella emergente della Lega. Lui e CJ McCollum formano adesso una delle combinazioni offensive più intriganti ed esplosive soprattutto guardando al potenziale.

giovedì 20 ottobre 2016

NBA Preview: JR Smith, altro esempio del potere di LeBron James


Qualcuno ricorderà quando LeBron James venne squalificato dal torneo statale dell'Ohio prima di andare nella NBA, reo di aver accettato alcune maglie sportive vintage a quei tempi molto in voga. Avevano un valore di 8 o 900 dollari totali. A procurargliele fu un ragazzino di Cleveland di nome Rich Paul. Dopo poco tempo, Paul è diventato l'agente di LeBron James e uno dei più potenti della Lega. Forse la seconda verità è una diretta conseguenza della prima.

mercoledì 19 ottobre 2016

Golden Times: il record inutile




I Chicago Bulls fecero il record nel 1996. Era l’anno del ritorno in campo, fin dalla preseason, di Michael Jordan dopo la parentesi discussa nel baseball. Vinsero 72 partite, ne persero 10. Poi nei playoffs ne persero tre, una contro i Knicks nella semifinale di conference e due in finale contro i Seattle Supersonics ma sul 3-0. Non ci fu mai un momento in tutta la stagione in cui il titolo dei Bulls apparve in dubbio.

martedì 18 ottobre 2016

NBA Preview: lo strano caso di Andrew Wiggins e dei Wolves

I Minnesota Timberwolves sono probabilmente una delle squadre più intriganti della nuova NBA. Succede quando sceglie come allenatore plenipotenziario uno dei coach più stimati della Lega, il guru della difesa Tom Thibodeau. E hai tre giocatori giovani e futuribili come Karl-Anthony Towns, Zach Lavine e Andrew Wiggins. Le aspettative sono enormi, esattamente come resta ancora enorme la possibilità di non fare i playoffs nella brutale Western Conference odierna.

lunedì 17 ottobre 2016

Golden Times: la storia del più bizzarro show cestistico moderno



I Golden State Warriors sono “The Most Entertaining Show on Earth”, il più grande, intrigante spettacolo cestistico sulla faccia della terra. Hanno conquistato la NBA con record, velocità, sicurezza e soprattutto con un gioco affascinante, costruito attorno ad uno dei giocatori più incredibili che si siano mai visti al mondo. E altrettanto velocemente hanno preso tutto questo, record, spettacolo, sicurezza e l’hanno gettato dalla finestra. E’ come se ogni squadra avesse davvero un DNA al quale è impossibile sfuggire. Può accadere ma non definitivamente. Non sarebbero i Warriors se dopo un titolo NBA vinto dopo 40 anni e il primato di ogni epoca di vittorie non avessero perso in casa, in gara 7, il secondo titolo, ritenuto per mesi scontato. Una bizzarra anomalia che anche nel momento del successo percorre la spina dorsale di una franchigia che è sempre stata anomala e bizzarra.

domenica 16 ottobre 2016

NBA Preview: lo scambio Carter-Williams per Snell


Milwaukee cede Michael Carter-Williams a Chicago in cambio di Tony Snell. E' una mossa abbastanza sorprendente perché MCW è uomo da doppia cifra media in tre anni consecutivi di NBA e anche se non è progredito come si sperava resta un giocatore NBA affidabile. Naturalmente ci sono cose di lui che fanno meditare: è stato rookie dell'anno a Philadelphia ma questo non gli ha impedito di essere ceduto abbastnza presto ai Bucks. Philly, sotto il regime di Sam Hinkie, guardava "solo" al futuro e riteneva MCW un giocatore buono ma non così buono da costuirci un futuro. I Bucks avevano altre aspettative ma poi gli è scoppiato in mano Antetokoumnpo, The Greek Freak. Quando la primavera scorsa, Jason Kidd ha annunciato che sarebbe stato il greco il point-man del futuro per Carter-Williams è suonata la condanna. Dopodiché si è fatto male Khris Middleton e Milwaukee - che in questa stagione vuole fare i playoffs pur essendo la squadra del futuro - è tornata sul mercato. Sacrifica un giocatore però affidabile, una polizza assicurativa, per uno che intriga per il potenziale offensivo ma meno sviluppato.

sabato 15 ottobre 2016

NBA Preview: la carriera incompiuta di Carmelo Anthony


Carmelo Anthony ha definito offensiva la sua collocazione come 13° miglior giocatore della NBA da parte della rivista di tendenza "Slam". Ma è davvaero una collocazione offensiva? Probabilmente no, conosco molta gente che non metterebbe mai, adesso, Carmelo Anthony tra i primi 15 della Lega e forse non lo convocherebbe per un'All-Star Game. In realtà è un giocatore individualmente fantastico, supremo realizzatore e probabilmente in grado di vincere - come ha fatto a livello internazionale - nel contesto giusto. Ma a 32 anni di età, la carriera professionistica di Carmelo si sta avviando verso la fase discendente rimanendo una colossale opera incompiuta.

mercoledì 12 ottobre 2016

NBA Preview: perché San Antonio è sempre al top della NBA


La grande e lunghissima dinastia dei San Antonio Spurs è nata da un infortunio, forse due (David Robinson ma anche Sean Elliott), un'azione di forza considerata all'epoca altamente impopolare con la quale Gregg Popovich prese il posto di Bob Hill in panchina e un colpo di fortuna, quello di poter scegliere Manu Ginobili alla fine del secondo giro del draft.
Ma non sarebbe stato possibile resistere cosi a lungo al vertice quindi senza poter mai selezionare in alto nei draft se gli Spurs non fossero davvero di un altro pianeta nell'identificare e sviluppare il talento. Per dire: Tim Duncan ha trascorso tutta la carriera puntando al titolo NBA. Nessuno l'ha fatto per 18 anni senza cambiare squadra. Gli Spurs in tutto questo tempo non hanno mai dovuto ricostruire. Merito delle loro stelle ma anche di un "masterful job" eseguito nel cambiare le singole parti del roster ringiovanendolo e qualche volta migliorandolo.

martedì 11 ottobre 2016

NBA Preview: l'ora della verità per Anthony Davis


Ho inserito Anthony Davis tra i giocatori attorno ai quali è possibile costruire una squadra da titolo NBA. Credo che il supporting cast dei Pelicans non sia ancora competitivo ma tutto comincia da Davis ed è innegabile che lui e la sua squadra vengano da una stagione molto negativa. Questa è la sua quinta nella NBA e anche se le aspettative devono essere realistiche, qualche progresso va mostrato.
Due anni  fa New Orleans conquistò un posto nei playoffs. Venne eliminata 3-0 da Golden State ma Davis si espresse al livello dei primi 3 o 4 giocatori del mondo ed era normale considerare lui e i Pelicans su una generica corsia di sorpasso. Tuttavia il coach Monty Williams venne avvicendato in favore di Alvin Gentry, un veterano reduce dal titolo con i Warriors da primo assistente di Steve Kerr. Gentry è rispettato negli ambienti NBA ma da capo allenatore non ha mai fatto molto. In ogni caso New Orleans ha compiuto diversi passi indietro, non è mai stata in corsa per i playoffs e soprattutto persino Davis è regredito.

lunedì 10 ottobre 2016

The Stephen Curry Revolution


Stephen Curry è il miglior tiratore della storia? Le cifre assecondano questa teoria, ma è anche un giocatore rivoluzionario fine a sé stesso, forse persino fuorviante oppure è un giocatore che ha indicato una strada? Una volta si diceva che il tiro da fuori ti fa vincere le partite ma difficilmente un titolo. Il tiro da fuori è aleatorio, episodico, per sua stessa definizione discontinuo, inaffidabile, imprevedibile.

sabato 8 ottobre 2016

NBA Preview: il superteam dei Los Angeles Clippers


Il secondo concetto  (puoi leggere qui la prima parte della preview) ci conduce direttamente ai giorni nostri e all-epoca dei superteams. Non basta avere un giocatore che possa essere il migliore in una formazione da titolo. Serve almeno una seconda superstar e forse una terza. Il primo obiettivo di una franchigia è trovare "That Guy", il giocatore attorno a cui costruire un titolo o più di uno. Di solito lo trovi attraverso il draft (Dwyane Wade Stephen Curry, il primo LeBron, Durant, Westbrook, Irving parlando dei contemporanei) oppure attraverso il mercato dei free-agent (LeBron a Miami e poi di nuovo a Cleveland, KD a Golden State) e più raramente attraverso uno scambio (James Harden o Chris Paul). Ma da solo non basta questo giocatore.

venerdì 7 ottobre 2016

NBA Preview: chi può vincere veramente oltre ai Warriors?


Ogni squadra viene analizzata nei dettagli fino all'ultimo giocatore del roster, vivisezionata. Ma nella NBA la realtà è molto semplice. Per identificare chi possa davvero vincere il titolo NBA è sufficiente considerare le squadre che allineano uno dei primi tre-quattro giocatori della Lega. Quasi sempre uno dei primi due. Lo dice la storia. Guardate dal 1991 ad oggi quante volte questa regola è stata disattesa. Al massimo tre o quattro volte forse solo una.

giovedì 6 ottobre 2016

NBA Notes: il sostituto di Durant, Patrick McCaw e Jordan McRae

La prima scelta degli Oklahoma City Thunder per sostituire nominalmente Kevin Durant è Andre Roberson. Per ora Coach Billy Donovan ha deciso di puntare sui suoi migliori esterni tutti insieme anche se avere Russell Westbrook, Victor Oladipo e Andre Roberson contemporaneamente significa sacrificare tiro e taglia fisica. La prima opzione, contropiede a parte, sarà il pick and roll Westbrook-Adams che può essere letale anche se non supportato dai tiratori esterni. Sul piano della chimica i Thunder non sono facili perché la miglior ala forte Enes Kanter in realtà è un centro che non si sposa bene con Steven Adams. Nelle due amichevoli spagnole è stato Domantas Sabonis ad andare in quintetto da ala grande. Ma bisognerà trovare il modo di usare i due bigs a lungo insieme perché è l'assetto che meglio definisce l'identità di OKC come miglior squadra a rimbalzo offensivo della Lega.

martedì 4 ottobre 2016

Le maglie ritirate dai Rockets prima dell'11 di Yao Ming


Gli Houston Rockets hanno annunciato il ritiro della maglia numero 11 di Yao Ming. E' curioso osservare i nomi dei giocatori che hanno ricevuto lo stesso onore ovvero Rudy Tomjanovich, Calvin Murphy, Hakeem Olajuwon, Clyde Drexler e Moses Malone, più Carroll Dawson.
Rudy Tomjanovich è al di sopra di ogni sospetto. Se c'è stato un personaggio con il quale identificare i Rockets questi è stato Rudy T, prima da giocatore, un bomber, poi da allenatore. I Rockets hanno vinto due titoli e Tomjanovich era il loro allenatore. Robert Horry, che è stato allenato e ha vinto anche con Phil Jackson e Gregg Popovich, l'ha definito il suo allenatore preferito, il migliore che abbia avuto. Ma macabramente nonostante una grande carriera da giocatore e poi da allenatore l'episodio che ne ha circoscritto l'esistenza non ha nulla a che vedere con il basket. Tomjanovich incassò il pugno più devastante nella storia della NBA, dal muscolare dei Lakers, Kermit Washington. Questi stava "discutendo" con Kevin Kunnert: Tomjanovich corse verso il luogo dell'incidente con intenti pacifisti. Washington non lo sapeva: scorse un avversario che correva verso di lui, alle proprie spalle, e lo colpì di incontro.